Mancini, gli uomini di calcio non fanno così

Sarri ha sbagliato. E con questa ammissione, fatta del resto dallo stesso allenatore azzurro, si può chiudere la vicenda legata all’offesa rivolta a Mancini. Il vero dilemma diventa la reazione dell’allenatore interista, che si è sentito in dovere di scandalizzarsi per una lite assolutamente normale, per chi ha calcato almeno una volta in vita sua un campo di calcio e che nell’ambito del rettangolo di gioco o al massimo tra le mura degli spogliatoi, sarebbe dovuta restare. Sarri ha offeso Mancini e poi gli ha chiesto scusa, atteggiamento sportivo ed elegante, questo sì merce rara in un mondo in cui nessuno è disposto ad ammettere le proprie colpe. Il dovere di uno sportivo, di un professionista e di un uomo di calcio, sarebbe stato quello di accettare le scuse, stringere la mano a Sarri e farsi una ricca risata, magari prendendolo anche in giro per la vittoria appena ottenuta, giocando tra l’altro come peggio non si poteva una partita di calcio. E invece Mancini è andato in Tv a sputtanare il collega, definendolo, a mente fredda, vecchio, razzista, omofobo, un “non uomo” da cacciare a pedate e altre amenità del genere. Il sospetto è che abbia voluto strumentalizzare l’accaduto, gettando fango su un ambiente sereno e per ora anche vincente e trascinando nel gorgo della polemica moralista e ipocrita, il collega meno famoso, meno pagato ma anche più bravo di lui.