Per la prima volta nella storia della comunità di Santa Paolina, il simulacro della santa Patrona che dà il nome al Comune dell’hinterland irpino, è stato sottoposto ad una laboriosa opera di restauro. La teca, contenente la statua e i resti mortali della Martire vissuta nel II° secolo dopo Cristo, farà ritorno nella Chiesa Madre il 6 giugno dopo un periodo di assenza di otto mesi.
A volere fortemente il restauro è stato il giovane parroco della comunità irpina, Don Claudio Caltanisetta, che, appena insediatosi a Santa Paolina, un anno fa, ha constatato il deperimento della statua, delle stoffe, dei legni e di quasi tutti i materiali presenti nella teca.
“L’immagine della Santa – spiega Don Caltanisetta – ha un valore significativo sia dal punto di vista storico che artistico. La teca, infatti, risale al XVIII/XIX secolo ed è appartenuta ai Padri Camaldolesi che la conservavano nella cappella dell’infermeria del loro convento in Visciano di Nola per poi donarla alla famiglia Ferrante di Napoli. Alla morte dell’ultima esponente di questa famiglia, e su sua disposizione, la teca fu donata alla comunità che già da tempo venerava Santa Paolina come propria patrona e vi venne trasferita con una solenne processione il 17 Agosto del 1850.”
“La nostra comunità – prosegue il sacerdote – è legatissima all’immagine della propria Patrona sulla quale, nel tempo, sono stati operati più che altro interventi di manutenzione ordinaria, il più delle volte limitandosi alla semplice pulizia. Il tempo e la mancanza di interventi di conservazione hanno finito col logorare sia la statua che i vestiti della Santa. Il vestito riccamente decorato, di seta porpora, verde e panna, con decori in filato dorato, presentava piccoli fori creati da insetti xilofagi che, passati dal legno, hanno attaccato le strutture di sostegno alla santa, l’imbottitura vegetale ed il tessuto. Altri agenti di degrado sono stati la polvere, la luce e l’umidità. Il corpo della Santa, inoltre, presentava ridipinture nelle parti degli incarnati che hanno alterato la cromia originale. Alcune parti anatomiche sono state rincollate in modo improprio. E poi la teca che contiene i resti mortali della Martire era stata aggredita da funghi e tarli e ricoperta nella parte delle cornici da strati di porporine.”
“Il restauro conservativo – spiega il Parroco – è consistito nella disinfestazione con prodotti a base di permetrina, nel consolidamento della superficie stuccata a gesso, e la pulitura delle superfici con l’ausilio di sostanze solventi sospese in gel e rifinendo tutto a bisturi. Ci auspichiamo che il ritorno del Simulacro sia un momento di grazie e di profonda comunione per la comunità che tanto venera Santa Paolina ed è a lei riconoscente per le grazie ricevute”, conclude Don Claudio.
La teca arriverà a Santa Paolina, lunedì 6 giugno alle ore 18.00, dove sarà accolta dai fedeli. Seguirà la celebrazione eucaristica presieduta dal delegato arcivescovile, Monsignor Pompilio Cristino.