di Fabio de Paulis
Da Napoli e Roma sembra essere partita una autentica rivoluzione politica. Una rivoluzione apartitica. Il dato che ha visto De Magistris affermarsi col 42,8 % delle preferenze conferma grosso modo quello della scorsa tornata elettorale di cinque anni or sono e ora come allora al ballottaggio affronterà Lettieri candidato del centrodestra. Posto che De Magistris ha ricevuto l’appoggio soltanto delle liste civiche, è del tutto evidente che il popolo napoletano, o almeno quello che ha deciso di andare a votare, ha ridato fiducia a chi non rappresenta i partiti tradizionali, dimostrando di aver apprezzato il lavoro svolto fino ad oggi e consentendogli comunque di arrivare al ballottaggio con uno scarto di almeno 18 punti in percentuale rispetto al suo diretto avversario. A questa rivoluzione del dissenso e del malcontento vanno aggiunti i voti nella misura del 10% del candidato grillino Brambilla, che proprio partenopeo non è, ma che consente ai cinque stelle di entrare a far parte del Comune di Napoli per la prima volta nella storia politica cittadina. In Altre città come Roma e Torino l’affermazione dei grillini è stata ancora più ampia a dimostrare che il movimento di protesta degli italiani verso i partiti è un dato di fatto da non sottovalutare più. Sommando i voti di De Magistris a quelli dei cinque stelle si arriva alla stessa percentuale degli altri capoluoghi di regione. In questo quadro di aperto dissenso, solo Lettieri ha potuto contare, oltre che su se stesso, sul consistente apporto della Garfagna che rappresenta ancora quel che resta di Forza Italia a Napoli. Ma chi è uscito con le ossa rotte dalle amministrative del 2016 è il PD napoletano. Anche in questa tornata elettorale è rimasto fuori dal ballottaggio e il paventato commissariamento, minacciato da Renzi, dovrà ricucire lo strappo tra gli ex bassoliniani che si aggiudicarono comunque le primarie e le volontà dello stesso Premier che se vogliamo ha letteralmente mandato allo sbaraglio la Valente. Infine una piccola digressione sulla Lega di Matteo Salvini. Lega – Noi con Salvini, a Roma registra un saldo negativo del 2,72%, a Milano un meno 11,76%, con solo 8000 preferenze per Salvini, a Torino un meno 5,79% e a Bologna, infine, un meno 10,25%. L’Italia dei votanti si è dimostrata solidale, non razzista e realmente progressista.