di Marco Martone
Praticamente non c’è stata partita! Troppo ampio il divario tecnico tra Napoli e Cagliari per poter sperare di vedere una gara equilibrata al San Paolo. E menomale che agli azzurri, ogni tanto, piace specchiarsi nella propria bravura, con eccessi di leziosismo che qualche volta fanno anche irritare. Perché altrimenti questa partita avrebbe avuto un punteggio tennistico. Il 3-1 finale, invece, non è affatto specchio fedele di quanto si è visto sul terreno di gioco. Il Napoli, ancora una volta, è stato padrone assoluto della partita, ha dominato un avversario incapace di imbastire uno straccio di azione, andando ripetutamente al tiro e in almeno sette occasioni vicinissimo al gol, già nel primo tempo. Un primo tempo che invece, e qui sta il peccato, si è concluso col minimo vantaggio, maturato dopo una manciata di minuti dall’avvio della gara, grazie al solito Mertens (30 anni oggi), servito alla perfezione da un ispirato Ghoulam.
Da quel momento è cominciato lo show della banda Sarri, con colpi di tacco, aperture, dialoghi stretti, tiri a giro e tentativi, un po’ velleitari a dire il vero, di trovare la porta anche sa centrocampo (Hamsik). Un susseguirsi di giocate spettacolari, che in qualche caso andrebbero limitate, almeno fino a quando il punteggio non dia una maggiore sicurezza.
Nella ripresa l’immediato raddoppio di Mertens, al 25 centro in campionato, ha chiuso la partita sotto tutti i punti di vista e il gol del 3-0 di Insigne, su assist del belga, serve solo per le statistiche, così come quello di Farias al minuto 92, che fa infuriare Reina per una imbattibilità violata nella partita in cui ha fatto da spettatore per oltre 90 minuti.
Ora gli azzurri attendono la Roma e sperano nel Milan, perché solo un passo falso dei giallorossi può dare a questa vittoria sul Cagliari e alle altre che necessariamente dovranno arrivare, il significato più dolce e atteso da tutti i tifosi del Napoli.