Ciao Davide, da oggi parleremo di calcio in maniera più pacata…

di Marco Martone

È difficile, tremendamente difficile parlare di calcio oggi. Arrabbiarsi per il gol al 93esimo di Paulo Dybala, quando sembrava che la svolta del campionato fosse vicina. Rammaricarsi per la sconfitta del Napoli contro la Roma in un San Paolo commovente e colmo d’amore verso i suoi beniamini piegati dagli errori e dalla malasorte. È impossibile oggi andare a pensare che, in fondo, le possibilità di vincere lo scudetto esistono ancora, perché mancano tante partite da giocare e c’è sempre lo scontro diretto. È difficile oggi emozionarsi per un pallone che rotola sul terreno di gioco e immaginare 40mila persone sugli spalti che soffrono e palpitano a seconda se quella palla finisca in porta o a fil di palo. Oggi non c’è spazio per nulla di tutto questo.
Perché quando capitano tragedie, come quella accaduta a Davide Astori, ti rendi conto che quasi nulla ha un senso e che le gioie, i dolori, le emozioni e i patemi d’animo, non sono altro che banali futilità di fronte alla crudezza di una vita che non fa sconti a nessuno, neanche a un ragazzo di 31 anni, nel pieno della sua forma fisica e che un mattino di marzo resta a dormire, per sempre, nel suo letto perché il suo cuore lo ha tradito.
E allora ti prende quella strana angoscia, che magari dura soltanto qualche giorno, che quasi quasi ti porterebbe a mollare tutto e che sicuramente ti aiuta a dare il giusto peso, il vero valore, a tutto quanto appartiene al mondo del calcio e alle giocate dei suoi protagonisti.
Il calcio si è fermato per rispetto e per amore. Accadde anche quando morì Morosini. Una decisione giusta, perché davanti al dolore il circo non può continuare a girare.
In maniera sommessa, pacata, rispettosa e forse leggera, continueremo a parlare di calcio in Tv e dalle colonne di questo sito online. Analizzeremo sconfitte e vittorie e tenteremo di vincere quel timore di non farcela più a raggiungere un sogno atteso da oltre 30 anni. Lo faremo con il pianto nel cuore, perché oggi è un giorno triste anche per noi che amiamo, nonostante tutto, il gioco del calcio e che da domenica ci sentiamo tutti tremendamente un po’più soli.