Marco Martone
Mangia la pizza ed esercita regolarmente il suo diritto-dovere al voto. Le piace cantare e non ha alcuna intenzione di rinunciare ad una fetta di panettone. La nonnina di Pozzuoli, prossima a festeggiare i suoi 104 anni è una sorta di inno alla vita, di esaltazione dell’ottimismo, di risposta a chi si piange addosso davanti ad una minima difficoltà. Erminia Testa, così si chiama l’intrepida vecchietta puteolana, ha una carta d’identità che non ammette discussioni e che riporta una data importante, da record della longevità. Nata l’11 gennaio del 1916, occhi castani e capelli bianchi. A festeggiare il suo compleanno, ci saranno tutti i parenti, la figlia Melania, i nipoti, gli amici e il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia. Perché in uno dei periodi storici più tristi, rischiosi e brutti per l’umanità, in cui si parla di guerre, devastazioni, razzismo e violenza, lo sguardo sul mondo della nonnina ultracentenaria, non può che rappresentare un esempio per tutti, un motivo di speranza.
Erminia vanta anche un altro record. Lei, infatti, è l’ultima discendente ancora vivente della famiglia che porta il soprannome dei “zoccola prena”, la cui origine risale ad un episodio capitato al suo trisnonno, Peppino, proprietario di una salumeria a via Napoli.
Oggi Erminia è una nonna felice, appagata. La mattina si alza presto, fa colazione, un bel caffè, poi qualche piccola attività. «Mi piace camminare, anche se lo scorso anno sono caduta e devo stare attenta», dice a Scrivonapoli. «Il mio proverbio preferito è sempre stato “Cuofano saglie e cuofano scenne”», spiega Erminia, «vuol dire non pensare a nulla se non alla vita, a stare bene, senza farsi condizionare. Lasciare che le cose vadano per il loro verso».
La sua forza, però, è sempre stata saper piangere, almeno due volte al giorno, per allontanare i dolori ed esorcizzare i dispiaceri. “La vita è bella e io piango spesso e quando non piangerò più, morirò”. Piangi ancora tanto, allora, nonna Ermina, le tue dolci lacrime di vita…