Marco Martone
Adele è un Labrador di 2 anni. È nata ed è stata addestrata a Firenze. È un cane-guida il cui “lavoro”, tutti i giorni, è quello di aiutare le persone non vedenti. A trovare la strada, evitare gli ostacoli, convivere, nel miglior modo possibile, con la propria disabilità. Ma Adele è stata addestrata lontano da Napoli e non è un dato trascurabile. I cumuli di spazzatura, i rifiuti ingombranti, le montagne di sacchetti che occupano molte strade della nostra città, Adele non le “riconosce”, non le comprende, semplicemente non se le spiega. E allora non sa come aiutare la sua amica e padrona, Luigia Raffaeli, 43 anni di Cerignola, ipovedente dalla nascita, che tanti anni fa scelse di vivere a Napoli, per amore e non solo della città.
Luigia ha quattro figli, un marito che le sta vicino nei momenti difficili. E un cane che l’accompagna nei sui lenti ritmi quotidiani.
Abita in corso Garibaldi, a due passi dalla stazione della Circumvesuviana, una delle tante zone della città che stanno vivendo, da molte settimane, un’emergenza rifiuti dalla quale faticosamente si sta cercando di uscire. Il suo dramma si interseca con quello dell’intera città e diventa personalizzazione di una crisi che accomuna tutti i cittadini ma che viene percepita con una valenza maggiore da chi è costretto a vivere al buio. “Pago le tasse dei rifiuti e credo anche sia giusto farlo – dice Luigia – ma penso anche che i cittadini, in cambio, debbano avere dei servizi. In questa zona la spazzatura, spesso, non viene ritirata e i rifiuti invadono il marciapiede”.
E per lei il problema non è solo questo…
“Il mio cane è stato addestrato a Firenze – racconta – forse non capisce la presenza di ostacoli “innaturali”, come un frigorifero o un materasso per strada e si blocca. Inoltre viene anche distratto dagli odori che la spazzatura emana. In passato si è anche ferito le zampe per la presenza di vetri e mobili rotti”. Segnalazioni e appelli alla municipalità e al Comune, per ora, non sono serviti. E nulla è stato fatto neanche per modificare la segnaletica stradale, priva di strumentazioni elettroniche e semafori in grado di segnalare i pericoli ai non vedenti. “L’assenza di un attraversamento adeguato crea problemi al mio cane – dice Luigia – non riconosce le strisce pedonali e si ferma all’improvviso”.
E così Luigia è costretta, spesso, a rinunciare al poco di libertà che la vita le concede e che lei cerca, in maniera coraggiosa e perseverante, al di là di una disabilità che non le ha impedito di creare una famiglia e di coltivare tanti interessi e passioni. Prima di salutarci abbraccia il suo fedele amico e attende una risposta, Luigia, che con gli occhi di Adele guarda il mondo oltre il muro dell’indifferenza.