Due trapianti di rene in contemporanea e la conferma di un’organizzazione che nonostante veda il Policlinico Universitario Federico II in prima linea nella lotta al Covid-19 non arretra di un passo nel dare risposte d’eccellenza a tutti i pazienti. I trapianti che hanno restituito speranza e vita a due giovani trentenni non sono certo un fatto eccezionale per la Federico II, ma sono straordinari per la capacità di riorganizzazione delle attività mostrata da parte del management e di adattamento da parte di tutto il personale. Rispondere all’emergenza dettata dal Covid-19 ha significato infatti per la direzione strategica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria ridisegnare la configurazione delle unità operative a vantaggio di nuovi posti di terapia intensiva e malattie infettive, adulti e pediatrici, inclusi percorsi separati per partorienti e neonati, dedicati al Covid-19. Tutto questo non ha però inficiato le capacità di risposta per altre gravi patologie e per le attività di trapianto del rene, che al momento sono svolte in Campania solo dalla Federico II di Napoli.
A realizzare i due trapianti in contemporanea, coordinati dal professor Giuseppe Servillo, responsabile del Programma aziendale Trapianti di Rene, sono state le equipe chirurgiche guidate dal professor Michele Santangelo (direttore della UOC di Chirurgia Generale e Trapianti di Rene) e dal dottor Vincenzo D’Alessandro (responsabile della UOSD Centro Trapianti e Chirurgia del Retroperitoneo), con l’indispensabile apporto dell’equipe nefrologica diretta dalla dottoressa Rosa Carrano e dal professor Stefano Federico, dell’equipe anestesiologica guida dal professor Giuseppe Servillo e delle equipe infermieristiche guidate dai dottori Adele Maiorano e Bruno Barrella.
«Due trapianti “ordinariamente straordinari” – commenta il professor Santangelo – che mi rendono orgoglioso di far parte di un’Azienda ospedaliera universitaria che è attivamente in prima linea per l’emergenza Covid, ma che continua ad erogare salute grazie ad attività determinati come queste». I due giovani, lo annuncia il professor Servillo «sono già stati trasferiti nel reparto di degenza. Un successo per tutti coloro che hanno preso parte a questo doppio intervento che ha impegnato due blocchi operatori e due equipe chirurgiche contemporaneamente».
Di gioco di squadra parla poi Vincenzo D’Alessandro, che spiega come «parte di questo successo debba essere riconosciuto ad una direzione generale che non ha mai smesso di ascoltare le esigenze di chi è impegnato nei reparti, anche nel rimodulare le attività in funzione dell’emergenza». Un grazie D’Alessandro lo ha voluto rivolgere anche a tutti i colleghi, a partire dal dipartimento assistenziale, sempre pronti a mettersi in gioco a dare qualcosa in più, «a gettare il cuore oltre l’ostacolo». Spirito di sacrificio e abnegazione che ha consentito di arrivare a questo piccolo, ma grande, miracolo di Pasqua con delle persone che nascono a nuova vita grazie alla generosità dei familiari del donatore di organi.
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