Gennaro Savio
Quella che stiamo per raccontarvi è a tutti gli effetti una storia da libro cuore e riguarda il forte attaccamento alla sua professione e ai suoi studenti, di un’insegnante dell’Istituto alberghiero “Vincenzo Telese” di Ischia, diretto dal Preside Mario Sironi. Si tratta di Ambrogio Iacono, professore di Scienze e Chimica Organica che dal 25 marzo combatte contro il Covid-19. Ebbene, nonostante il 12 aprile scorso la polmonite l’avesse costretto all’urgente ricovero presso il presidio ospedaliero “Anna Rizzoli” di Lacco Ameno, Ambrogio non ha mai voluto interrompere quella che definisce una missione di vita e dal letto dell’ospedale, attraverso le lezioni a distanza, ha continuato ad insegnare ai suoi ragazzi. Dando loro non solo lezioni di scienza, ma anche e soprattutto lezioni di vita e di rara umanità, di incoraggiamento e di speranza. Venuti a conoscenza della sua altruistica scelta, lo abbiamo raggiunto con i moderni mezzi che oggi ci mettono a disposizione le nuove tecnologie, intervistandolo allo stesso modo di come si fanno le lezioni a distanza. Ora Ambrogio Iacono sta meglio anche se è ancora positivo al tampone. Anche la moglie e la suocera sono stati contagiati, ma sono rimaste a casa per accudire il figlio che, fortunatamente, è negativo.
“Con questo virus non si può mai dire, ma credo di essere in via di guarigione. E’ un mese che lotto contro questa malattia”. Ambrogio Iacono è un docente dell’Istituto Alberghiero Telese di Ischia. Dal 25 marzo ha avvertito i sintomi del Coronavirus e il 12 aprile è arrivato in ospedale con una polmonite da Covid-19. Una condizione che lo accomuna a decine di migliaia di italiani. Ciò che è meno comune, invece, è che nonostante questo, il professore non ha voluto abbandonare i suoi ragazzi e, con l’aiuto dei colleghi, ha proseguito con le lezioni a distanza anche dal suo letto d’ospedale: “Visto che le mie condizioni non sono critiche ho ritenuto di continuare a seguire i miei studenti, con minore frequenza ma senza lasciare nulla di intentato. Non c’erano motivi per cui mi mettessi in malattia. Questo è un momento molto delicato per i giovani: con la chiusura della scuola hanno perso un punto di riferimento e ognuno deve dare un contributo. Devo dire che i risultati sono emozonanti, i ragazzi seguono molto e hanno fame di cultura”.