Una video-sintesi dell’anno 2020 postata sui profili social del Museo e Real Bosco di Capodimonte: una carrellata di immagini che, nonostante l’anno orribile dovuto alla pandemia hanno regalato emozioni come solo l’arte sa fare. Le inaugurazione delle mostre su Gemito, Luca Giordano e Christiane Lohr, il riallestimento della collezione Farnese per la riapertura del Museo dopo il primo lockdown e il restauro architettonico del Giardino Tardobarocco, comprese le sculture nell’Emiciclo di Porta di Mezzo e la Statua del Gigante alla fine del viale centrale. Il restauro del capolavoro di Giovanni Bellini La Trasfigurazione e il lungo lavoro per digitalizzare tutto le opere del Museo, cominciando dall’Armeria farnesiana e borbonica, la Wunderkammer e l’Ottocento privato. E poi nel Real Bosco, il cui valore ambientale e sociale è apparso ancora più prezioso, prove di socialità, seppur con i limiti del distanziamento fisico sanitario, negli eventi estivi: il Festival della Musica popolare del Sud Italia, la rassegna di Cinema “Monelli e Ribelli” e gli spettacoli del Napoli Teatro Festival Italia.
Nel 2020 le attività nel museo non si sono fermate. Adeguati tempi e modi di fruizione con l’introduzione dell’obbligo di prenotazione, anche tramite app, e l’obbligo di indossare la mascherina, il Museo non si è fermato e ha cominciato a lavorare all’offerta culturale per il 2021. Appena sarà possibile si presenterà al pubblico con nuove mostre e allestimenti.
Al primo piano la mostra L’Ottocento e la pittura di storia: Francesco Jacovacci, a cura di Maria Tamajo Contarini per il ciclo L’Opera si racconta, nell’arte contemporanea la mostra Capodimonte incontra la Sanità con l’esposizione delle opere dell’artista Paolo La Motta, tra cui il ritratto di Maradona bambino donato al museo grazie alla generosità dell’associazione Premio GreenCare e al secondo piano il nuovo allestimento del Presepeche unisce tre diversi gruppi presepiali, donati in diversi momenti da membri della famiglia Catello, riuniti dopo quasi un secolo sotto una teca costruita come le antiche scarabattole.
“Saper cogliere le opportunità che le crisi ci offrono, nonostante tutto, mettendo in evidenza le cose importanti, costringendoci a sperimentare nuovi modi di pensare e forme dell’agire. Questo il mio augurio per il 2021: speranza, fiducia e salute” afferma il direttore Sylvain Bellenger. “Dobbiamo ripartire da due parole: ‘scienza’ con la campagna vaccinale appena iniziata che gradualmente allontanerà la crisi sanitaria e ‘cultura’, amica insostituibile che ci ha alleviato le restrizioni del lockdown e indispensabile per continuare a essere comunità ritrovando quelle radici unitarie comuni a tutti i popoli, privati nel 2020 di importanti forme di socialità”.