Napoli regina delle scommesse sportive: 400milioni di euro spesi nel 2015

NAPOLI – Le scommesse sportive continuano ad essere una delle tipologie di gioco più in forma dell’industria del gambling. A confermare il trend positivo, sono i dati pubblicati nel report curato da Gamingreport.com riferiti alla prima decade del 2015, che riportano una raccolta complessiva di 1,2 miliardi di euro. E’ la città di Napoli a detenere lo scettro del record di giocate, con una raccolta di 379.746.191,75 euro. A un gradino “più basso” Roma, con 168.271.838 euro e  Milano con 128.911.854 euro.

In Campania, come in tutte le altre regioni dello Stivale, il segmento delle scommesse sportive è tuttavia al centro di diversi contenziosi economici, oltre ad essere divenuto uno degli obiettivi principali della criminalità organizzata locale. Ai centri scommesse legali, regolamentati AAMS, si contrappongono i CTD (Centri Trasmissione Dati), simili ai precedenti, in quanto si occupano di scommesse su eventi sportivi, ma sprovvisti di licenza “legale”. Funzionanti come un normale internet point, accettano le scommesse sportive trasmettendole ai paesi esteri quali  Malta, Irlanda, Romania, Austria, Regno Unito.

La differenza di fondo rispetto ai centri scommesse sportive regolamentati, risiede nella vincita da parte dello scommettitore: in caso di vittoria, la somma che questo va a percepire, è maggiore rispetto a quella che riceverebbe dal centro legale. Situazione possibile poiché il gestore del CTD, è svincolato da tassazioni, licenze o concessioni, potendo perciò operare in maniera più libera sul mercato.

Lo scommettitore, dal suo canto, ed in maniera erronea, attratto da una possibilità di vincita più alta, tende a preferirli ai centri legali, con gravi conseguenze per il sistema economico italiano. Sono diversi i CTD che hanno chiuso battenti in seguito alle diverse sanatorie statali e alle inchieste legate agli affari sporchi di camorra e ‘ndrangheta, ma se ne contano ancora diversi all’attivo.

Ma come si sviluppano le infiltrazioni camorristiche nel sistema del betting? Secondo quanto dichiarato dai magistrati nelle ultime inchieste condotte dalla DIA, i clan della camorra operano attraverso imprese locali che trasferiscono in stati esteri i server per la raccolta informatica delle giocate e la loro gestione. In tal modo aggirano le norme che regolano il settore ottenendo introiti notevoli. I profitti vengono successivamente reinvestiti per l’acquisizione di nuove imprese con licenze estere/nazionali per ampliare a 360 gradi il business sporco legato a questa tipologia di attività. Le organizzazioni criminali sono sostenute da una struttura gerarchica, costituita alla base da imprese colluse con la camorra e la mafia. Tramite la collaborazione delle mafie estere distribuisce provvigioni a tutti i componenti di questa holding criminale.

La nuova Legge si Stabilità 2016, come quella precedente approvata dal medesimo governo Renzi, mira a decurtare ulteriormente il numero dei CIT attraverso una sanatoria che darà a questi la possibilità di regolamentarsi e adattarle perciò alle  direttive AAMS. Si tratta di un fattore chiave utile a rendere il gioco sicuro, responsabile evitando il proliferare dei tentacoli dell’illegalità.