di Livio Esposito
Napoli da scoprire e da riscoprire, grazie anche alle visite guidate, che consentono ai turisti ma anche a tanti napoletani, di vivere emozioni uniche. Il Maggio dei Monumenti offrirà l’occasione per ammirare la splendida Certosa di San Martino, fondata nel 1325 per volere di Carlo duca di Calabria, figlio del sovrano Roberto d’Angiò, che rappresenta uno dei più preziosi esempi di architettura e arte barocca a Napoli, in quanto nel corso di tutto il Seicento fu trasformata ed arricchita da artisti del calibro di Cosimo Fanzago, Battistello Caracciolo, Giovanni Lanfranco, Ribera.
I pochi elementi originari ancora riscontrabili nel complesso sono il pronao della chiesa ed i sotterranei gotici, suggestivi ed imponenti ambienti delle fondamenta trecentesche, opera di ingegneria possente ed elegante, con una successione di pilastri e volte ogivali a sostegno dell’intera struttura certosina. Nei lunghi corridoi e negli slarghi sono esposte le opere in marmo della Sezione di sculture ed epigrafi. L’esposizione comprende circa centocinquanta opere in marmo, distribuite nei vari ambienti secondo un ordine cronologico (dal medioevo al XVIII secolo) ma rispettando anche i contesti di provenienza. Per la realizzazione della Certosa fu chiamato l’architetto e scultore senese Tino di Camaino. Dell’impianto originario restano i grandiosi sotterranei gotici. Nel 1581 fu avviato un grandioso progetto di ampliamento. Il crescente numero dei monaci impose una radicale ristrutturazione del Chiostro Grande: si realizzarono nuove celle, e fu rivisto l’intero sistema idrico. Nel 1623 inizia la collaborazione con il cantiere di San Martino dell’architetto Cosimo Fanzago, che, tra alterne vicende, durerà fino al 1656.
L’opera di Fanzago si caratterizza per una straordinaria attività decorativa. Nel 1636 Fanzago è incaricato di occuparsi dei lavori per la facciata della chiesa, avviati nel 1616 dal ‘piperniere’ Tommaso Gaudioso: nel 1650 propone ai monaci un progetto diverso ma tale da riutilizzare la struttura già realizzata. Al momento di lasciare la Certosa Fanzago riutilizza parte dei marmi già realizzati e non completa tutti i lavori in corso. Il complesso subì danni durante la rivoluzione del 1799 e fu occupato dai francesi. Revocata la soppressione, i monaci rientrano a San Martino nel 1804. Quando gli ultimi monaci abbandonano la Certosa, nel 1812 il complesso viene occupato dai militari come Casa degli Invalidi di Guerra, fino al 1831, quando viene nuovamente abbandonato per restauri urgenti. Nel 1836 un esiguo gruppo di monaci torna a stabilirsi a San Martino per riuscirne poi definitivamente. Soppressi gli Ordini religiosi e divenuta proprietà dello Stato, la Certosa viene destinata nel 1866 a museo per volontà di Giuseppe Fiorelli, annessa al Museo Nazionale come sezione staccata ed aperta al pubblico nel 1867. La visita permetterà di scoprire questo straordinario ambiente riaperto per la prima volta al pubblico e sarà abbinato alla visita alla chiesa del complesso certosino e agli ambienti ad essa collegati: la sala del Capitolo, il parlatorio, la sagrestia vecchia e nuova, il coro dei frati, il chiostro del Fanzago…un tesoro della città ricco di opere che vanno dal Medio Evo al Settecento che rendono il Complesso uno dei più affascinanti della città!