“Gridiamo assieme il nostro amore per Napoli”

In una lunga lettera Pastorale l'appello alla città del cardinale Crescenzio Sepe

 

In una mia Lettera Pastorale di qualche anno fa scrissi che “per amore del mio popolo non tacerò”.  Fedele a quell’impegno e forte dell’amore che accompagna la mia azione pastorale nella Città e nel territorio della Diocesi, ho ritenuto di convocare, a nome di tutta la Chiesa, una Giornata di preghiera e digiuno, con una Processione penitenziale e la Veglia Mariana per chiedere al Signore, attraverso l’intercessione della nostra Madre Celeste e del patrono San Gennaro, la pace, la serenità sociale, la civile convivenza, il rispetto della persona e della vita, la conversione di coloro che, con la violenza, lo spargimento di sangue e la prepotenza, distruggono se stessi, le loro famiglie, le nostre amate città.

Stiamo attraversando un preoccupante momento di delitti, di scontri tra gruppi camorristici che seminano morti e terrore per il controllo di parti del territorio. C’è tanta angoscia perché sono soprattutto giovani quelli che  spregiudicatamente si contendono il comando per i commerci e gli affari illeciti e redditizi. 

Per questo ho rivolto il mio  invito al popolo di Dio e a tutti gli uomini di buona volontà per ritrovarci insieme ad esprimere la nostra voglia di riscatto e di speranza, ad elevare il nostro grido di dolore per le numerose vittime, in alcuni casi innocenti, della violenza omicida, a chiedere a coloro che vivono di criminalità e camorra di pentirsi per il loro bene e di Napoli, perché il futuro non si costruisce con il sangue e le armi, ma con il coraggio degli uomini liberi e forti.

Sono certo che tutti coloro che amano veramente Napoli e la nostra terra sarà a Forcella a marciare da Forcella alla Cattedrale. Saremo tantissimi, credenti e non credenti, nella preghiera, nel raccoglimento e nella condivisione.

Dobbiamo far sentire la voce vera di Napoli, quella voce che è gioia di vivere, è cordialità e accoglienza, è rispetto degli altri, è speranza di futuro, è amore.

Abbiamo imparato, come Chiesa, ad uscire dalle sagrestie per stare tra la gente per condividerne aspirazioni, ansie, problemi. So che non resteremo soli né in pochi, perché tutti insieme vogliamo manifestare il nostro grande amore per questa Città e per i suoi abitanti.

Vogliamo cantare tutti insieme la bellezza di Napoli, che sa aprirsi agli altri e sa conquistare l’interesse e l’ammirazione dei turisti e di chi vuole venire a investire a Napoli, ritenendola città sicura e degna di essere amata.

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LA LETTERA DEL CARDINALE

Carissimi,

stiamo vivendo, con fede e devozione, questo mese dedicato alla nostra Madre Celeste. A Lei vogliamo affidare, con cuore implorante, le ansie, le speranze, la tristezza e le sofferenze di tutti noi, delle nostre comunità e della nostra amata Napoli.

Lo faremo insieme, come Diocesi, nella giornata del 31 maggio prossimo, a conclusione del percorso di preghiera e di riflessione fatto nelle singole Parrocchie. Dovrà essere un appuntamento importante e tutti dovranno sentirsi impegnati a fare comunione, per chiedere perdono a Dio Misericordioso del male che viene consumato e per implorare l’intercessione della nostra Mamma Celeste, perché nelle nostre Città torni la pace e il rispetto della persona umana.

Dispongo, pertanto, che quella del 31 maggio sia una Giornata di intensa preghiera programmando in ogni parrocchia e comunità l’adorazione eucaristica. Sarà anche una Giornata di digiuno in ascolto dell’invito di Dio a tornare al suo cuore «con digiuni, pianti e lamenti» (Gl 2,12).

Si associeranno a noi nella preghiera e nel digiuno le Claustrali che vivono nei Monasteri della nostra Città! Alla loro speciale preghiera ci affidiamo ancora di più, sin da ora, perché il 31 maggio prossimo segni davvero una svolta nella nostra realtà sociale.

I Cappellani degli Ospedali, delle Case di Cura e delle Carceri, con l’ausilio dei Ministri straordinari della Comunione, si attiveranno perché anche gli ammalati e i carcerati si sentano partecipi e protagonisti della Giornata, offrendo al Signore le loro pene per il bene comune.

I dirigenti scolastici, i docenti e gli insegnanti di religione che lo verranno sensibilizzeranno gli alunni, invitandoli a un libero momento di preghiera e a un piccolo gesto penitenziale.

Nel pomeriggio del 31 maggio, pertanto, alle ore 18.00, ci ritroveremo tutti a Forcella, presso la Chiesa di Sant’Agrippino, e daremo vita ad un intenso momento di preghiera penitenziale, portandoci in corteo lungo Via Duomo, fino alla Chiesa Cattedrale, dove, davanti all’Immagine dell’Immacolata del venerabile Don Placido, reciteremo il Santo Rosario, prima dell’Atto di Affidamento della Diocesi e della Città alla Vergine Maria.

Di conseguenza, tutte le Chiese della Città resteranno chiuse, per cui i Parroci e i Rettori inviteranno preventivamente tutti i fedeli all’incontro di preghiera.

Negli altri Comuni della Diocesi, i Parroci dovranno promuovere e organizzare l’adorazione eucaristica, sottolineando le ragioni dell’evento.

Tutta la comunità diocesana è invitata pressantemente ad elevare al Signore, intercedente la Madonna Santa e il Patrono San Gennaro, la supplica perché liberi Napoli e tutte le altre comunità dell’area metropolitana dai mali che l’affliggono e particolarmente dalla prepotenza, dalla delinquenza, dalle illegalità.

Napoli è sinonimo di vita, di gioia, di civiltà, di cordialità. È il valore sacro della vita che vogliamo difendere ed esaltare, contro gli omicidi, lo spargimento di sangue, gli atti di camorra e ogni forma di deviazione.

Come Chiesa diocesana dobbiamo continuare, con determinazione, il nostro impegno e la nostra azione contro il linguaggio della violenza. Da anni stiamo facendo sentire la nostra voce, ma dobbiamo fare ancora di più.

Dobbiamo uscire dalle sagrestie e andare nelle piazze e nelle strade per parlare, ascoltare, confrontarci con tutti, specie con quanti, per ambizione, per sete di denaro e di potere, hanno scelto la via che porta alla morte e non alla pienezza della vita. Dobbiamo riportarli al rispetto delle regole e della persona. Dobbiamo recuperarli all’osservanza della legge di Dio, che è legge di amore e di vita.

Oggi ai giovani camorristi diciamo con franchezza: deponete le armi, state sbagliando gravemente; state distruggendo il vostro futuro; state compromettendo le vostre famiglie; state profanando la vostra terra e la vostra Città!

Abbiamo il dovere di gridare loro: Ravvedetevi! Siete ancora in tempo per tornare indietro, per salvarvi, per restituire a Napoli la sua bellezza. Siate uomini! Dimostrate il vostro vero coraggio, che non è quello delle armi, abbandonando la logica della violenza e della vendetta! Apritevi al perdono, al dialogo e all’accoglienza della misericordia di Dio.

In questo itinerario di rinascita morale e sociale, facciamo appello a tutte le Istituzioni, al mondo della scuola e della cultura, alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine perché si possa lavorare in sinergia, praticando la prevenzione e la persuasione, prima ancora che la repressione.

Questa vuole essere anche l’occasione per sollecitare più vigilanza, più sicurezza, più civile convivenza, più lavoro, più sviluppo e più futuro.

Pertanto invito tutti a lottare contro l’assuefazione, il cinismo, l’indifferenza, il silenzio. Nessuno, e meno che la Chiesa, può fingere di non vedere, di non sentire, di non avere colpe, di non avere obblighi.

Siamo tutti impegnati, dunque, a lavorare per il bene comune, per la salvezza di ogni nostro fratello, per la libertà di tutti. Dobbiamo aprire i nostri cuori alla speranza, dobbiamo scuotere le coscienze e coinvolgere tutti gli uomini di buona volontà.

Il 31 maggio prossimo, tutta la nostra Chiesa, tutto il popolo di Dio, tutte le persone di buona volontà si ritroveranno insieme per Napoli e deporranno ai piedi dell’Immacolata, che ha sempre protetto la Città, le suppliche, i cuori, le menti, le fatiche di quanti amano Napoli.

A tale scopo impegno tutti i parroci, i presbiteri, i decani, i religiosi e le religiose, specie le claustrali, perché siano tutti presenti e coinvolti, unitamente alle rispettive comunità.

Tutti benedico, nel nome del Signore e con la protezione di Maria Vergine.