Dal cancro all’argento nella Spada alle Olimpiadi, la favola di Paolo Pizzo

L'atleta catanese è in ritiro sull’isola d’Ischia, nel Comune di Forio

di Gennaro Savio

Ci sono storie che possono riaprire ferite dolorosissime in chi le racconta ma che al contrario riescono a dare forza e speranza a chi le ascolta. Come quella dello spadista Paolo Pizzo la cui storia personale da incubo si è d’incanto trasformata in una favola a lieto fine. Infatti lo spadista campione del mondo che alle recenti Olimpiadi di Rio ha conquistato la medaglia d’argento nella gara a squadre, all’età di quattordici anni, quando era già una promessa della scherma, si ammalò di un cancro al cervello. Superata brillantemente la durissima prova dinanzi alla quale lo aveva messo la vita in giovanissima età, Paolo è tornato in pedana diventando uno degli spadisti più forti al mondo. Ricchissimo il suo palmares personale. Cinque titoli di campione italiano, una medaglia d’oro al Campionato mondiale di scherma 2011, due medaglie d’Argento agli Europei, una medaglia d’argento alle olimpiadi di Rio 2016 e due medaglie d’argento alle Universiadi. In questi giorni Paolo Pizzo, considerato un operaio della scherma per la dedizione e il sacrificio con cui si allena, con la squadra maschile e femminile di scherma, è in ritiro sull’isola d’Ischia dove, nel Comune di Forio, è impegnato nella preparazione atletica per la stagione agonistica 2016/2017. A Paolo che abbiamo intervistato a fine allenamento, oltre a chiedergli dell’emozione vissuta a Rio con la vittoria dell’argento, pur sapendo di poter riaprire ferite ancora doloranti nel campione azzurro, abbiamo di raccontarci il dramma del cancro vissuto a quattordici anni.