Dal 27 ottobre al 1 novembre al Teatro Bolivar di Napoli (via Bartolomeo Caracciolo, adiacente al metrò di Materdei), il maestro Renato Di Meo, noto attore e sceneggiatore, porta in scena uno spettacolo unico per ambientazione e storia, con un cast di spessore: Anna Stizzo, Antonella Sguardo, Susy Amoruso, Maria Fenizia, Nicola Arena, Vincenzo Gammone. L’esecuzione musicale è affidata a Giuseppe Arena, Fabio Esposito e Pasquale Cirillo, con le voci soliste di Manuela Renno eSerena Stabile.
Le musiche, quindici brani inediti che accompagneranno l’intero spettacolo, sono del maestro Pasquale Cirillo mentre i testi del maestro Renato Di Meo.
Sul palco ci saranno anche i giovani dell’accademia Agorà Arte di Miano: Imma Russo, Raffaella Cirillo, Roberto Barrese, Vincenzo Musto, Luigi Mango, Serena Sellitti, Giovanni Santoro, Marika Stanganella, Carmen Cefalo, Salvatore Rusciano Puca, Antonio Frattini, Gaia Jones, Miriam Riccio, Noemi Cicala, Adele Murolo, Gaia Spaziano, Chiara Trematerra, proiettati nella Napoli del 1830/50, nei panni di ballerini, cantanti, attori, per narrare le vicissitudini della città, alternandosi in fasi comiche a momenti drammatici, il tutto rigorosamente dal vivo
LA STORIA. E’ un ragionamento quello tracciato da Di Meo che, pur avendo una sua logica collocazione temporale, sembra non avere mai fine, riannodando i problemi di oggi alla Napoli di ieri, senza mai scadere nella retorica. Nella sua pungente teatralità il testo propone anche esaltanti colpi di scena come la grande tavolata, il ferimento di Giuseppe ,ed il subentrare della malavita organizzata nella politica dell’epoca e nel finale lascerà al pubblico una sottile nota amara per una Napoli che resta eternamente in attesa di una sua riscoperta.
Lo spettacolo nasce dalla scrittura di un viaggio all’indietro nel tempo, un sogno in bilico tra maschera e vita reale del popolo napoletano. Un percorso tra saggezza e impazienza, tra rimpianti e incomprensioni, che affonda le sue radici attraverso dialoghi e monologhi nella ricerca di una identità tutta napoletana che ha necessità di essere ricercata a pieno e di essere raccontata anche al di fuori dei confini strettamente locali.
Ecco perchè quella del Bolivar sarà una vera e propria anteprima nazionale di “Rosetta ‘a masaniella“. Spettacolo che dalla periferia nord di Napoli, passando per il centro storico del capoluogo campano, si prepara a diffondere le radici più veraci della città su una scala molto più protagonisti nell’animo oltre che sul palcoscenico. Per una Napoli che può rinascere soltanto se riuscirà a cogliere il meglio del suo illustre passato.
ROSETTA. Fondamentale il ruolo di Rosetta, metafora della donna nella società napoletana, donna del popolo che, con la sua passionale caparbietà e trascinata da alcuni intellettuali, si dedica ad un progetto di esistenziale libertà da conquistare con l’aiuto di altri regni. In questa condizione deve però subire la diffidenza e l’ostilità di chi vede in lei presunzione e fanatismo, anche quella di Giuseppe l’uomo che segretamente ama.
Saranno i fatti che si susseguiranno nei quadri che faranno comprendere a Rosetta ed al pubblico presente , che soltanto attraverso una vera autonomia il popolo napoletano potrà riscattarsi.