“Il giorno dopo, la vita del San Carlo riprende a pieno ritmo nel segno di Verdi, Beethoven e Ravel, ma sento di esprimere GRAZIE innanzitutto ai Napoletani e poi, ovviamente, a Maradona e Alessandro Siani, che ha ideato il progetto, ed è riuscito in un’impresa oggettivamente non facile.
Quando ho deciso di accettare, sapevo benissimo che si trattava di una scelta molto pericolosa, non per le polemiche, che in genere non mi preoccupano; in questa circostanza mi stava a cuore soprattutto il San Carlo, inteso come bene storico e comune, di immenso e unico valore, del quale ho responsabilità.
Sapevo benissimo che un personaggio come Maradona ha un pubblico assolutamente trasversale e questa commistione avrebbe potuto creare dei problemi.
Tuttavia ero certa che la bellezza del luogo avrebbe vinto su tutto, per questo siamo andati incontro all’evento consapevoli e fiduciosi, i fatti mi hanno dato ragione.
In questi giorni abbiamo lavorato con varie squadre di sicurezza, e nei tanti sopralluoghi, in cui mi soffermavo a parlare della storia del San Carlo, mi accorgevo dai lori occhi della commozione che questo luogo sa suscitare, ho capito che avrebbero dato il massimo per proteggerlo.
Napoli è unica al mondo, come giustamente ha sottolineato Francesco Pinto, ha una sola squadra con un’appassionata tifoseria, che, grazie al grande calciatore Diego Armando Maradona, ha vissuto la gioia più intesa della vittoria dello Scudetto.
Devo ringraziare il pubblico che, pur manifestando un grandissimo calore ed entusiasmo, è stato rispettoso del contesto, così come è avvenuto in palcoscenico, con gli artisti, i tecnici e tutti coloro che hanno preso parte allo spettacolo.
Alessandro Siani ha avuto il merito di pensare ad un format vincente con un messaggio trasversale, ovviamente di fede nel calcio Napoli, ma allo stesso tempo di voglia e possibilità di riscatto.
Toccanti sono state le parole di un magistrato come Maresca, appropriata l’ironia di sminuire personaggi negativi citati da Giuseppe Esposito, e intima l’intervista di un autorevole giornalista come Gianni Minà, che ha saputo far emergere la parte umana del Pibe de oro. Un’umanità emersa anche da tutti coloro che lo hanno salutato, ricordando gli anni e i momenti più belli della sua carriera, in particolare dei suoi compagni di squadra.
Uno dei motivi per cui ho accettato questa operazione è perché sono assolutamente convinta, e l’esito di ieri rafforza questa mia convinzione, che la musica e lo sport possano salvare i giovani e il mondo. Ringrazio dunque tutti quelli che si sono espressi a favore, perché mi hanno accompagnato nelle mie notti insonni, ringrazio anche quelli che si sono espressi contro, e invito al San Carlo coloro che, pur pronunciandosi nel confronto, frequentano poco il nostro teatro: il loro apporto ci sarebbe stato d’aiuto e di conforto, e non parlo certo del Grande Maestro Roberto De Simone, non mi riferisco certo all’ex- Sovrintendente Francesco Canessa o a Mariella Pandolfi.
Invito gli altri ad essere più presenti nella vita del San Carlo, a criticarlo, ad amarlo e non a ricordarlo solo per Maradona. È chiaro che un personaggio di questo calibro apre un dibattito, ma non è la prima volta che personalità, che nulla hanno avuto o avranno a che fare con il nostro mondo, a vario titolo, hanno calcato il nostro palcoscenico creando polemiche.
Non so e non posso sapere se tutti coloro che ieri hanno avuto modo di entrare al San Carlo per la prima volta e ammirarne la bellezza – e sono venuti, so bene, perché c’era Maradona- torneranno per Rigoletto o per un qualsiasi altro spettacolo, mi basterebbe che anche solo l’1 % di loro ritornasse, sarebbe già una grande vittoria.
Un ultimo accenno alla parte economica, della quale ho sentito tanto parlare, grazie all’evento Maradona e al contributo dato dalla produzione di Siani, attraverso l’Art Bonus, quasi 10.000 ragazzi, che affollano quotidianamente il nostro Teatro, nei progetti di alternanza scuola/ lavoro e altre iniziative formative, potranno assistere a opera, concerti e balletti e questo, permettetemi, non è poco, questa è infatti la mission del nostro statuto, che nessuno vuole snaturare.”
Rosanna Purchia, Sovrintendente Teatro di San Carlo