di Lino Zaccaria
L’azzardo più pericoloso per gli osservatori delle vicende calcistiche è costituito dall’avanzare previsioni al termine della sessione estiva del calcio mercato.
Il rischio è elevatissimo, si ricordano sensazionali cantonate prese da illustrissimi santoni del giornalismo sportivo.
Ma gli osservatori in genere giudicano affidandosi alla realtà è al buon senso. Poi il “pallone rotondo” finisce spesso per scompaginare gli oroscopi e il pericolo di incorrere in previsioni sballate si traduce in pratica.
Consapevoli del rischio azzardiamo qualche considerazione alla luce delle operazioni di mercato condotte dal Napoli. E, affidandoci al buon senso viene subito da premettere che quella appena conclusa è stata senza ombra di dubbio la peggiore campagna acquisti dell’era De Laurentiis. Suscita sconcerto rimarcare il valore della mancata cessione di Mertens e Insigne. Il mercato serve per potenziare l’organico esistente, e alla luce degli acquisti operati appare del tutto incomprensibile l’ entusiasmo che si è creato attorno al Napoli, non solo in città, ma a livello nazionale.
Il Napoli, approdato per il secondo anno consecutivo in Champions andava attrezzato adeguatamente. Sono stati invece commessi, a nostro parere, clamorosi errori di gestione e di valutazione.
Primo errore: pensare di poter competere con la Juve (e con qualche altro avversario) rinforzando la squadra con Ounas (che secondo le abitudini consolidate di Sarri, se tutto va bene, debutterà non prima di febbraio) e Mario Rui.
Secondo errore: l’anno scorso il Napoli ha perso la possibilità di vincere lo scudetto perché presentava lacune:
1) in porta
2) Sulla fascia difensiva destra
3) Sui centrali di difesa (le più macroscopiche)
4) A centrocampo per mancanza di un top player
5) In attacco a destra considerando che, agli occhi di Sarri, non c’era un sostituto di Callejon (cosa veramente strana perché qualunque tecnico al mondo si terrebbe stretto Giaccherini)
Ebbene, invece di puntellare questi cinque lati deboli il geniale Giuntoli, supportato dal presidente è andato ad acquistare un inutile doppione sulla fascia sinistra (pagato a peso d’oro) e un giovane di belle speranze dal ruolo indefinito, e comunque un attaccante.
Del tutto sconcertante appare il “colpaccio” finale, l’acquisto dell’ennesimo attaccante, lasciato in prestito al Chievo. Un quasi ventisettenne che ha sempre galleggiato senza grandi esplosioni in una compagine di modeste pretese. Noi puntiamo su Inglese, le grandi europee, senza scomodare Neymar e Mbappe’, puntano ben altri calibri per competere con qualche chances.
Ma l’errore più madornale, a nostro avviso, riguarda il mancato potenziamento del reparto difensivo. È il vero grande nodo irrisolto. In questo primo scorcio di stagione i due titolarissimi hanno mostrato nuovamente (nonostante i droni) le incertezze dell’anno scorso. Le dormite di Albiol e le distrazioni di Koulibaly (persino contro il Chievo in amichevole) alla fine del campionato si traducono in punti persi. Era chiaro a tutti che si dovesse intervenire su questo fronte, almeno con un top player “abbordabile” (ad esempio Garay, Godin, De Vrij). Chiaro a tutti tranne che a De Laurentiis e Sarri, il quale ultimo ha lanciato assordanti proclami sul roseo futuro di Maksimovic (lo ricordiamo costato la bellezza di 25 milioni), e continua a tenerlo in caldo in panchina, se non addirittura in tribuna, preferendogli Chiriches costato solo 5 milioni. Boh!.
Se poi aggiungiamo che nonostante le batoste Sarri continua a predicare che sui calci piazzati bisogna guardare il pallone e non l’uomo la “banda del buco” continuerà a prendere gol insulsi e a perdere punti.
Come si possa credere veramente che il Napoli sia addirittura favorito nella corsa per lo scudetto, considerando che la Juve si è indebolita (sic!) è davvero ai limiti della ragionevolezza.
Scriviamo tutto ciò il 31 agosto 2017 al termine del calciomercato. Da tifosi saremmo felicissimi di essere clamorosamente smentiti su tutti i tre fronti lamentati.