Sono scesi in strada per difendere il proprio e tutelare il proprio lavoro. Gli operatori del settore fumo elettronico hanno protestato contro l’emendamento al decreto fiscale che sottopone il comparto al Monopolio di Stato e che, secondo gli operatori del settore, “potrebbe sconvolgere l’intera filiera, mettendo a rischio decine di migliaia di lavoratori e centinaia di piccole e medie aziende”. Con toni pacati ma decisi, i manifestanti hanno spiegato le ragioni della mobilitazione.
«Il triplice colpo inferto da Corte costituzionale, Aams e maggioranza parlamentare rischia di far chiudere e svanire centinaia di migliaia di euro di investimenti e far sobbarcare alla previdenza sociale le spese di scelte politiche tanto scellerate”, sostiene Pino Cardaropoli, di Svapo Napoli https://www.svaponapoli.com/. Alla manifestazione di protesta hanno aderito le quattro sigle associative Anide, UniEcig, Coiv, Eim. Ma sono loro, i negozianti, quelli che hanno voluto far sentire la propria voce, contro il rischio di veder svanire anni di sacrifici e investimenti. Aziende, imprenditori, lavoratori, consumatori si sono alternati al megafono per testimoniare le loro esperienze. Presenti anche gli esponenti politici che sino ad oggi hanno aiutato in qualche modo il settore. Oltre ai vertici della presidenza del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito, annunciata anche la partecipazione di Matteo Salvini (Lega) e Adriana Galgano (Civici Innovatori) e tutti gli altri onorevoli firmatari di emendamenti salva-ecig.
I rivenditori e i produttori di sigarette elettroniche, sono diventati per molti fumatori l’alternativa alle tradizionali “bionde”. Un doppio colpo micidiale, preludio di maxi rincari e di un possibile ritorno in massa al fumo classico. La Corte costituzionale ha decretato che è legittimo tassare anche le ricariche per e-cig prive di nicotina. Il balzello, congelato dal Tar, è destinato a essere riapplicato. «Svapare diventerà dunque più costoso – dice Pino Cardaropoli – se e quando lo Stato chiederà i dazi sbloccati dai giudici. Resterebbero i vantaggi per la salute, non quelli per il portafoglio».
Altra botta, a distanza ravvicinata. Un emendamento al decreto fiscale collegato alla manovra economica, ultra contestato dai dettaglianti e applaudito invece dai tabaccai, prevede che la filiera del fumo elettronico passi sotto l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e che vengano chiusi i siti internet specializzati nella vendita ai privati di prodotti con nicotina e sigarette elettroniche. Il risultato del combinato-disposto? Risponde Stefano Caliciuri, direttore del quotidiano online sigmagazine.it e del bimestrale cartaceo corrispondente: «L’intero settore rischia di essere messo in ginocchio. Non solo. Gli utilizzatori di sigarette elettroniche senza nicotina, per risparmiare, torneranno alle vecchie e nocive stecche».
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