di Marco Martone
La vittoria della Juventus sul campo del Chievo, giunta al termine di una gara condizionata da episodi quantomeno dubbi, non aveva certo messo il Napoli nelle condizioni psicologiche migliori per affrontare il Bologna. Quella contro Donadoni era una gara insidiosa e solo i più indomabili ottimisti avevano previsto una passeggiata di salute. Troppi i motivi che spingevano i rossoblu a fare la gara dell’anno. Prima di tutto la voglia di vendicare la caterva di reti subite nelle ultime sfide contro gli azzurri, poi quel “dente avvelenato” del tecnico che, da ex, non ha mai perdonato al Napoli un’esperienza negativa di qualche anno fa, terminata nel peggiore dei modi e non solo per colpa sua. Infine la sfida nella sfida tra i tifosi e Simone Verdi, l’artefice del grande rifiuto, che avrebbe potuto dare fastidio eccome.
In questo caso, però, ci ha pensato la malasorte a chiudere la pratica, visto che il giocatore si è stirato dopo cinque minuti di gioco e ha dovuto abbandonare terreno di gioco e stadio che, in verità, lo aveva ignorato quasi del tutto al suo ingresso in campo.
La partita, però, non era cominciata nel migliore dei modi per il Napoli, visto che dopo una manciata di secondi il redivivo Palacio l’aveva già messa dentro, di testa, sfruttando la scarsa reazione di Reina, che non è uscito e il poco tempismo di Koulibaly e Rui, che si sono lasciati infinocchiare dal 35enne attaccante felsineo.
Una doccia fredda, come già accaduto altre volte al San Paolo. E come le altre volte il Napoli ha reagito, trovando il pareggio con l’autogol di Mbaye, dopo azione da calcio d’angolo. Che la giornata non fosse delle più tranquille, però, si è capito per tutto il corso del primo tempo. Il Bologna, infatti, ha sfiorato il gol in almeno altre due occasioni, don Palacio, il cui tiro è stato stoppato dalla mano galeotta di Koulibaly e con lo stesso attaccante ex Inter, presentatosi tutto solo davanti a Reina, che questa volta ha risposta da par suo evitando il nuovo tracollo.
Sul finale del tempo è arrivato il rigore, dubbio, su Callejon, strattonato leggermente in area da Masina. Dal dischetto Mertens non ha sbagliato e ha messo in discesa la partita, che a quel punto non ha avuto più storia.
Quanto più che nel secondo tempo il Napoli si è limitato a controllare la gara, prima di trovare la rete del definitivo 3-1 con una splendida giocata del solito Mertens. Nulla più! La partita è finita lì, con il Bologna che ha provato solo su punizione a dare fastidio a Reina e il Napoli che non ha creato più grandi occasioni da rete.
La partita offrirà spazio alle polemiche per gli episodi dei due rigori, quello non dato al Bologna e quello concesso al Napoli. Parole al vento, come quelle spese per le scelte di Maresca a Verona. La verità è che per questo campionato si giocherà anche sugli episodi controversi, con la sensazione che Juve e Napoli, piaccia o no, avranno sempre una maggiore attenzione dalla loro parte.
(Foto Casciello)