Per d’Alessandro “il regionalismo differenziato su temi come l’istruzione è un attentato alla cultura unitaria del Paese” e il ministro Boccia garantisce: “l’Istruzione è nazionale su questo non si discute e siamo pronti al conflitto davanti alla Corte Costituzionale”.
“Il concetto di cittadinanza, che oltre ai diritti politici, include anche i diritti di seconda e terza generazione, tra cui il diritto all’istruzione e all’assistenza sanitaria, non può viaggiare a velocità differenziate, perché sarebbe un attentato alla cultura unitaria del Paese e dobbiamo tenere presente che la cultura è il più grande patrimonio dell’Italia”. Per il Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Lucio d’Alessandro, l’idea del governatore leghista della Lombardia, Attilio Fontana, di una piena autonomia delle Regioni sul tema dell’istruzione, persino sui concorsi per i docenti, (ribadita stamane nel corso di un’intervista a Radio Rai) è un attentato alla cultura unitaria dell’Italia. A margine del convegno sul regionalismo differenziato ospitato dal Suor Orsola il Rettore d’Alessandro, che è anche vicepresidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ha anticipato alla stampa quelli che saranno i temi del suo intervento nell’ambito della riflessione, promossa dalla Scuola di Governo del Territorio e dal Consorzio Promos Ricerche, sulla nuova legge quadro sulle autonomie regionali elaborata dal Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia.
“La nuova bozza di legge elaborata dal Ministro Boccia riconduce l’intera delicata tematica in un orizzonte attuativo ben più attento agli equilibri tra le regioni e al rispetto dei principi perequativi tanto espliciti nella nostra Carta Costituzionale”, ha spiegato d’Alessandro aprendo il convegno. Nel corso del dibattito il Ministro Boccia ha raccontato con orgoglio il lungo percorso di mediazione concertato con le Regioni e i diversi Enti Locali per arrivare ad un disegno di legge quadro che “ha creato, finalmente, un felice equilibrio tra autonomie regionali ed uguaglianza dei cittadini, con un’autonomia intesa anche come principio di sussidiarietà e come lotta senza quartiere alle disuguaglianze, non solo tra Nord e Sud ma anche tra le aree diverse del Nord e del Sud del Paese (con una particolare attenzione alla difficile situazione delle aree interne)”.
Chiarissimo il messaggio di Boccia sul tema delle materie nelle quali non è derogabile il principio dell’indirizzo legislativo dello Stato. Su tutte l’istruzione. “Su questo non c’è nessuna discussione: l’istruzione è ‘nazionale’ – ha spiegato Boccia – e qualora vi saranno leggi regionali contrarie a questo principio le impugneremo davanti alla Corte Costituzionale”.
Nel dibattito ospitato dal Suor Orsola sono emerse anche alcune criticità del disegno di legge quadro che lo stesso Boccia si è mostrato disponibile a discutere in sede parlamentare. In particolare, come ha evidenziato l’economista Riccardo Realfonzo, direttore della Scuola di Governo del Territorio, il punto nodale della definizione dei LEP: i Livelli Essenziali delle Prestazioni che dovrebbero essere garantiti a tutti i cittadini italiani. “In un Paese in cui la spesa nelle politiche sociali per cittadino nel Sud è di un quarto inferiore a quella del Centro-Nord – ha evidenziato Realfonzo – nel percorso attuativo di questa riforma sarà fondamentale evitare che l’introduzione di nuove forme di autonomia, di opportuna competitività tra le Regioni, di sburocratizzazione e di alleggerimento dello Stato centrale entrino in conflitto con i principi di solidarietà, uguaglianza e coesione territoriale che felicemente ispirarono i nostri padri costituenti”.