Gennaro Capodanno
Il presidente del Comitato Valori collinari, che, già in passato, ha più volte chiesto che a Roberto Murolo, grande cantore della Napoli classica, deceduto il 13 marzo 2003, del quale dunque oggi cade il 17esimo anniversario della morte, vengano intitolate le scale di via Cimarosa, poste proprio dinanzi al palazzo dove si trova la sua casa, e dove il grande artista visse e mori, rilancia la proposta.
L’idea dell’intitolazione delle scale attigue al palazzo mi è venuta in mente, mutuando quanto fatto al riguardo prima per Giancarlo Siani e, più di recente, per un altro grande artista, Massimo Troisi, al quale sono state intitolale le scale di via Mariconda. Mi auguro che, in tempi brevi, questa proposta venga fatta propria e attuata dall’amministrazione comunale partenopea. In verità mi aspettavo, già da tempo, una maggiore considerazione per un artista del calibro di Murolo, che ha rilanciato la canzone napoletana nel mondo intero e che tanto lustro ha dato e continua a dare a Napoli, riproponendo le più belle melodie e scrivendo pagine indelebili che fanno, a giusta ragione, parte del retaggio storico della cultura partenopea.
Fino a questo momento, così non è stato. In verità a Murolo, nel 2014, fu anche intitolata una delle traverse di via Nino Bixio, nel quartiere Fuorigrotta, cosa che però fece storcere il naso a più di un estimatore del grande artista, sia per il fatto che si era scelto un tratto di strada collaterale sia perché tale scelta era caduta al di fuori del territorio del Vomero, quartiere dove Roberto Murolo era sempre vissuto e dove, prima di lui aveva abitato, anche il padre, Ernesto Murolo, come ricordano le due lapidi apposte sulla facciata del fabbricato in via Cimarosa. Proprio in occasione della collocazione della lapide, avvenuta il 18 gennaio 2012, per celebrarne il centenario della nascita, si parlò diffusamente, anche sugli organi d’informazione, della realizzazione, nell’abitazione dei Murolo, di un museo che sarebbe dovuto diventare luogo di studio e di ricerca ma anche meta di un turismo amante della storia musicale di Napoli di sempre. Ma non sappiamo se poi alle dichiarazioni d’intenti siano seguiti fatti concreti. A questo punto, a distanza di ben oltre sette anni dal suddetto avvenimento, pure per rispondere alle domande al riguardo dei turisti ma anche dei tanti estimatori dell’indimenticato artista, auspichiamo che si renda pubblicamente noto se la casa di Ernesto e Roberto Murolo, le cui pareti, come si legge nelle cronache dell’epoca, parlano di musica e cultura e che si auspicava che diventasse come la casa museo a Lisbona di Ferdinando Pessoa, il grande scrittore portoghese, sia oggi un museo, accessibile ai visitatori, e, in caso positivo, in quali orari e a chi bisogna rivolgersi per prenotare la visita, visto che dalle ricerche condotte, anche su internet, nulla risulta al riguardo.