Il tema delle valute digitali è sempre più centrale nella nostra economia nazionale ed europea. Le principali piattaforme di scambio europee sono sempre più frequentate ed il numero di investitori che scelgono di puntare sulle criptovalute è in continuo aumento in Europa come nel resto del mondo. Ma ci sono scenari che potrebbero presto evolversi: nelle ultime settimane l’Associazione bancaria italiana si è mostrata favorevole a partecipare alla progettazione e sperimentazione di una valuta digitale europea. Non sarebbe il primo progetto di questa tipologia nel mondo, anzi ci sono paesi che già la stanno implementando, come la Cina, per esempio, o la Svezia con il suo piano per una e-krona.
Secondo il report della Banca dei regolamenti internazionali, il 70% delle 63 banche centrali interpellate starebbe lavorando a una valuta digitale. Una moneta digitale pubblica come forma di pagamento sarebbe una risposta efficace alla progressiva marginalizzazione di quella cartacea, in alternativa ai depositi privati e sarebbe in grado quindi di rafforzare gli attuali strumenti, permettendo di aprirsi a nuovi canali di trasmissione monetaria – come quella diretta sul portafoglio digitale, la distribuzione di helicopter money o l’estensione del credito al settore privato, rivoluzionando di fatto l’asset bancario tradizionale.
Il futuro si chiama blockchain
Se prossimamente potremmo avere una nuova moneta virtuale, questa si baserà sul funzionamento della tecnologia blockchain. Il 2020 sarà un anno fondamentale per questa tecnologia che sta vivendo ad oggi il suo miglior periodo grazie ai bitcoin e non solo. La blockchain, letteralmente “catena di blocchi”, è una rete informatica di nodi che gestisce in modo univoco e sicuro un registro pubblico composto da una serie di dati e informazioni, come le transazioni, in maniera aperta e distribuita, senza che sia necessario un controllo centrale. Questa tecnologia fa parte della più grande famiglia delle Distributed Ledger, ovvero quei sistemi che si basano su un registro pubblico che può essere letto e modificato da più nodi di una rete. Per validare tali modifiche, però, i nodi devono ottenere il consenso, che può arrivare da qualsiasi nodo della rete. Essendo un insieme di tecnologie, quindi, la blockchain è strutturata come una catena di blocchi contenenti le suddette transazioni e il consenso è distribuito su tutti i nodi della rete, ciascuno dei quali deve essere verificato dal sistema.
L’importanza della blockchain sta sicuramente nella sua capacità di semplificare tante azioni che abitualmente svolgiamo alla vecchia maniera, come acquistare e vendere prodotti, pagare bollette, trasferire soldi e archiviare documenti. Inoltre questa tecnologia può essere rivoluzionaria utilizzando più livelli di sicurezza, ad esempio con il controllo tramite la chiave privata, in modo tale che solo il reale proprietario di un certo quantitativo di bitcoin possa creare una transazione legata a quel bitcoin, mentre gli input pregressi si accertano che il mittente abbia veramente il numero di bitcoin che servono per la transazione. Nonostante le misure descritte, il rischio riguardante la sicurezza è dietro l’angolo ed è legato all’ordine delle transazioni. Se due transazioni sono potenzialmente in contrasto tra loro, perché legate allo stesso input, queste potrebbero essere trasferite nella rete in modo casuale.