La fregata Alpino della Marina militare, impegnata nell’Operazione Mare Sicuro, riceveva la comunicazione via radio da un gruppo di 7 pescherecci italiani, intenti in attività di pesca nelle acque della cirenaica all’interno della zona definita dal Comitato di Coordinamento Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture “ad alto rischio” (a 26 miglia nautiche da limite esterno delle acque territoriali libiche), che un gommone proveniente dalla costa Cirenaica dirigeva ad alta velocità verso di loro.
Prontamente la nave riduceva le distanze con i pescherecci e lanciava in volo l’elicottero di bordo ed il proprio gommone a mare, per fornire eventuale assistenza. In relazione alla pericolosità dell’area, tutti i pescherecci si allontanavano dall’area e veniva mantenuto l’elicottero in volo per assicurare che non si verificassero incidenti. Attualmente tutti i sette pescherecci sono in sicurezza e dirigono verso nord nel Mediterraneo centrale.
L’operazione Mare Sicuro, avviata il 12 marzo 2015 a seguito dell’evolversi della crisi libica, prevede il dispiegamento di un dispositivo aeronavale per garantire attività di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale e nello Stretto di Sicilia, in applicazione della legislazione nazionale e degli accordi internazionali vigenti.
Con la delibera del Consiglio dei Ministri del 28 dicembre 2017, dal 1 gennaio 2018, i compiti della missione sono stati ampliati a ricomprendere le attività di supporto e di sostegno alla Guardia Costiera e alla Marina Militare libiche per il contrasto dell’immigrazione illegale e del traffico di esseri umani.
Sono assegnati all’Operazione fino a 6 mezzi navali, (dal DM2018 “con l’impiego di 6 mezzi navali, di cui uno dedicato all’assistenza tecnica della Marina/ Guardia Costiera libica e di 5 mezzi aerei”) impiegati prevalentemente nelle attività di presenza e sorveglianza in Mediterraneo Centrale, ed un’Unità navale ausiliaria impiegata per il supporto alla Guardia Costiera e Marina Militare libiche.
Le unità d’altura incluse nel dispositivo aeronavale operano in un’area di mare di circa 160.000 km quadrati, situata nel Mediterraneo centrale, che si estende al di fuori dalle acque territoriali di stati terzi ed è delimitata a sud dal limite delle acque territoriali libiche, mentre l’unità ausiliaria opera prevalentemente rimanendo ormeggiata in porto a Tripoli.