In mostra i manoscritti illustrati sulla Medicina prodotti tra il VI e il XVI secolo e i primi libri a stampa della Biblioteca Nazionale di Napoli. Come molte altre discipline, la medicina si è avvalsa del libro, sia manoscritto che a stampa, non solo per codificare teorie e prassi, ma anche per elaborare un sistema di immagini che aiutasse il lettore a comprendere meglio e a memorizzare i testi. La storia del libro di argomento medico costituisce un tema cruciale nella trasmissione dei saperi scientifici e dei repertori figurativi connessi.
Con il contributo dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e della Fondazione Bracco di Milano, il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali e la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli hanno promosso una mostra sui manoscritti miniati e sui primi libri a stampa illustrati di interesse medico. La mostra, aperta al pubblico fino al 5 febbraio 2023, è frutto di un’impresa corale, nata da una stimolante sinergia tra le istituzioni coinvolte, unite dall’obiettivo di indagare e far conoscere una parte significativa del nostro patrimonio culturale, solitamente poco accessibile al pubblico più ampio.
In un affascinante intreccio di testi e immagini, i manoscritti miniati prodotti tra il VI e il XVI secolo e i primi libri a stampa della Biblioteca Nazionale di Napoli tramandano le conoscenze sulla pratica medica, l’anatomia, gli strumenti chirurgici, i rimedi terapeutici. Allo stesso tempo, questi preziosi volumi restituiscono una vivida istantanea dell’insegnamento universitario, delle istituzioni terapeutiche, delle cure termali e delle regole igieniche per mantenersi a lungo in buona salute. Testi scritti e testi figurativi raccontano, in parallelo, l’evoluzione della scienza medica e dei linguaggi artistici tra alto medioevo ed età moderna, avendo come punto d’incontro il libro, da sempre strumento cruciale della trasmissione culturale.
Tra i documenti esposti il famoso “Dioscoride napoletano”, raro esempio di erbario tardo antico illustrato a mano, i manoscritti di fine 300 della celebre Scuola salernitana, che svolse un ruolo di primo piano nello sviluppo degli studi di medicina durante tutto il medioevo, e tra questi i commentari di Galeno (c. 129-201 d.C.) alle opere di Ippocrate (c. 460-377 a.C.); il De medicina di Celso tra i testi medici più belli prodotti a Napoli nel 400 impreziosito da iniziali, fregi e cornici, verosimilmente realizzato per Ferrante d’Aragona duca di Calabria (c. 1455-1458). Tra le curiosità in mostra, la “matricola” della confraternita napoletana dell’Ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, una delle più importanti istituzioni assistenziali napoletane. All’inizio del fascicolo, compare lo stemma dell’imperatore Carlo V, che fu tra i primi governatori della confraternita, ccanto a quelli di papa Leone X e della città di Napoli. I benefici terapeutici delle acque termali della zona flegrea sono protagonisti delle eleganti xilografie che illustrano l’edizione ampliata del De Balneis puteolanis di Pietro da Eboli e la Cronaca di Partenope, stampate a Napoli rispettivamente nel 1507 e nel 1526.
La mostra è frutto di una intesa siglata tra la Biblioteca Nazionle di Napoli e il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Ateno Vanvitelli che ha come obiettivo lo sviluppo e il mantenimento di forme di collaborazione per lo svolgimento di programmi e progetti di studi e ricerca, finalizzati all’ampliamento delle conoscenze, alla formazione di nuove competenze, di promozione e valorizzazione dei risultati delle ricerche.
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