di Pietro Vultaggio
L’ingegnere Domenico Ricciardi, nato a Taranto ma di origini napoletane, presidente di Mare Nostrum, l’azienda che ha avuto in concessione lo spazio da Eur Spa a Roma (l’ente che svolge attività di conservazione e tutela del patrimonio storico, artistico e paesaggistico nel quartiere Eur della Capitale), ha presentato il nuovo Acquario di Roma, ivi situato, con la conferenza stampa di preapertura.
L’intera struttura si estende su un’area di 18.000 metri quadrati, sotto una parte dell’area del Laghetto dell’Eur. Il grande acquario a Roma “Sea Life” si compone di circa 30 vasche contenenti un milione di litri d’acqua e ospitanti al loro interno 100 specie di fauna marina per un totale di 5.000 esemplari.
Nel corso di questi ultimi anni tuttavia non sono mancati i problemi, di questo ne abbiamo parlato in esclusiva per i lettori di ScrivoNapoli con il presidente Ricciardi, il quale ha risposto con piacere ad alcune nostre domande.
Senta, l’opera è veramente di ottimo livello, al punto che lei citava, nel corso della conferenza, che alcuni ingegneri stranieri stanno venendo qui per vederla, ci spiega meglio?
Sì, stanno venendo qui per fare dei corsi e vengono a cinquanta alla volta, perché vogliono i nostri professori e spiegano come hanno fatto nella progettazione, nella esecuzione, a realizzare l’opera che è andata avanti completa senza incidenti. Perché gli incidenti sono determinanti per la tecnologia da applicare in una maniera o nell’altra.
In questi dieci anni ci sono state delle criticità. Lei durante la conferenza ha parlato dei debiti e dei pagamenti, come è la situazione?
Ho detto che i costi sono stati 120 milioni, i debiti vanno pagati, quelli con le imprese ammontano nell’ordine di 10 milioni, però ho detto anche come abbiamo pensato, da accordi tramite le banche, a cedere una parte della proprietà ai fondi di investimento che così metterebbero la liquidità necessaria per poter pagare i debiti residui.
Poi, ci aspettiamo molto dalla biglietteria: noi siamo autonomi e, dalle analisi di Mannheimer e Kpmg si prevedono circa 3 milioni di visitatori l’anno, grazie alla comodità della vicinanza alla metropolitana e grazie al prezzo accessibile.
Anche per le persone che arriveranno da fuori, per una gita in giornata a Roma, suggerisce la tappa dell’Acquario di Roma?
Ma certo. Da Napoli, da Taranto, da tutta Italia potranno agevolmente venire a visitare l’Acquario di Roma. Il biglietto sarà in vendita online, quindi la gente potrà comprare e prenotare la data esatta in cui venire.
Senta, è un invito ai suoi compaesani napoletani?
Io sono di origini del Sud, in particolare, ma praticamente con Napoli siamo in collegamento con la stazione zoologica “Anton Dohrn”, l’acquario di Napoli, che non è un acquario qualsiasi, ma è un acquario scientifico, tecnologico, ma soprattutto di ricerca: è quello che sta sul lungomare Caracciolo, e quello che è dell’Università Federico II, dove fanno ricerca per salvare gli animali che hanno bisogno di protezione, come il cavalluccio marino – ecco tanto per dire – per non citare le “caretta-caretta”, le grandi tartarughe che sono una caratteristica del golfo di Napoli, ma che però muoiono molto spesso in mare.
Cioè quindi possono essere ospitate all’acquario?
Certo, possono essere ospitate, curate e seguite, anche perché molte eliche delle imbarcazioni – purtroppo la navigazione è quella – purtroppo loro vanno sotto e le eliche le colpiscono e le feriscono. Quindi vengono raccolte in mare, portate poi alla capitaneria di porto dove c’è una organizzazione, come la Marina Militare e la Lega Navale, e poi le portano qua, dove noi le curiamo e le riportiamo in acqua, dando così ai bambini l’idea di come vanno rispettati tutti gli animali, ma in particolare questi che sono fragili e che per noi sono indispensabili. Tu pensa che il golfo di Napoli, se non ci fossero le tartarughe, sarebbe in condizioni terribili, perché loro si mangiano le meduse, garantendo l’equilibrio all’ecosistema.