di Marco Martone
Troppo ghiotta era l’occasione perché il Napoli se la lasciasse sfuggire. Il pareggio della Juventus, contro un’orgogliosa Spal, aveva messo gli uomini di Sarri nelle condizioni di poter accorciare in classifica e tornare ad essere padroni del proprio destino. Contro il Genoa doveva essere vittoria, a tutti i costi e così è stato. Partita difficile perché i grifoni fuori casa hanno una delle difese più forti d’Europa e perché Ballardini ha saputo dare alla squadra un’anima, rivitalizzando alcuni giocatori, a cominciare da Goran Pandev che sta vivendo a Genova una sorta di seconda giovinezza. E che non sarebbe stato agevole venire a capo della sfida contro i “cugini” si è avuta subito forte la sensazione, visto che il Genoa è partito di gran lena pressando a centrocampo e creando non pochi grattacapi alla difesa azzurra.
Il Napoli ha avuto le sue occasioni ma ancora una volta Insigne e Mertens si sono fatti notare più per la ricerca della giocata spettacolare che non per il pragmatismo e la concretezza, che sotto rete spesso può essere determinante. Il be lga in particolare ha avuto la possibilità di servire Callejon da solo davanti alla porta vuota ma ha preferito il tiro a giro terminato al lato.Leziosismi, tiki-taka ossessivo e anche un po’ di sfortuna, con due pali colpiti, stavano trascinando la partita verso un pericolosissimo 0-0. A dire il vero anche il Genoa ha sfiorato la rete più volte, con Spolli e Lazovic e con lo stesso Pandev.
Poi è arrivato il calcio d’angolo al ’72 sul quale è svettato Albiol che ha messo il pallone alle spalle dell’incolpevole Perin. A quel punto il Napoli ha potuto amministrare il finale, senza rischiare nulla dalle parti di Reina e anzi andando vicino al gol del 2-0 con un contropiede di Milik sprecato da Insigne, per quel solito colpetto da giocoliere davanti al portiere avversario.
L’impressione, comunque, è che il Napoli stia giocando a ritmi più blandi rispetto al passato e che gli attaccanti si perdano eccessivamente in giocate personali, poco funzionali al gioco di squadra. In tal senso la sosta di campionato non può che fare bene.
Il sogno scudetto è ancora possibile, se si comprende che contro certe formazioni, come il Genoa appunto, la spada è meglio del fioretto e se Sarri si convince ad utilizzare maggiormente Milik, ormai recuperato a tutti gli effetti. Il resto deve farlo… la Juve, attesa da una serie di impegni notevoli e quindi anche dal rischio di incappare in nuove battute d’arresto.