Il piacere di vivere, la raffinata bellezza delle pitture pompeiane, fatta di colti richiami letterari, immagini trompe-l’oeil di lussureggianti giardini, mosaici colorati, arredi e oggetti preziosi provenienti dall’Insula Occidentalis di Pompei, ma anche l’immagine devastante della morte, congelata nella forma dei calchi, che ne interrompe l’incanto. Un’emblematica testimonianza del gusto romano di vivere in fastose ed eleganti dimore raccontata dalla Mostra “TESORI SOTTO I LAPILLI. Arredi, affreschi e gioielli dall’Insula Occidentalis” dall’11 settembre al 31 maggio all’Antiquarium degli scavi di Pompei.
La mostra offrirà al pubblico la possibilità di ammirare alcuni dei ricchi arredi e delle pitture parietali di una delle case più note del grandioso complesso delle ville urbane dell’Insula Occidentalis (quartiere all’estremità occidentale della città antica) la Casa del Bracciale d’Oro, chiusa da decenni al pubblico e oggi non visitabile per interventi di restauro e valorizzazione che restituiranno l’intero complesso alla fruizione.
La Mostra è stata inaugurata inaugurata dal Direttore Generale Massimo Osanna e dai curatori responsabili.
Il grandioso complesso delle ville urbane dell’Insula Occidentalis è situato all’estremità occidentale della città antica su quattro terrazze panoramiche digradanti scenograficamente verso il mare, e offre al visitatore un’emblematica testimonianza del gusto romano di vivere in fastose ed eleganti dimore.
Affreschi, mosaici, arredi costruiscono uno spazio dove si poteva sperimentare il piacere del vivere, immersi in una raffinata bellezza fatta di pitture con colti richiami letterari o che ritraggono lussureggianti giardini che si aprono su spazi verdi in un’ideale continuità, di mosaici pavimentali con marmi colorati da tutte le regioni dell’impero e spettacolari giochi d’acqua.
La Mostra “TESORI SOTTO I LAPILLI. Arredi, affreschi e gioielli dall’Insula Occidentalis” offre al pubblico la possibilità di ammirare alcuni dei ricchi arredi e delle pitture parietali di una delle case più note del complesso, la Casa del Bracciale d’Oro, chiusa da decenni al pubblico e oggi non visitabile per interventi di restauro e valorizzazione che restituiranno l’intero complesso alla fruizione.
Questa casa deve il suo nome a un grande bracciale in oro dal peso di 610 gr. indossato da una delle vittime che tentava di fuggire. Il bracciale, in esposizione, è caratterizzato nella parte terminale da due teste di serpente affrontate che reggono tra le fauci un disco con il busto della dea Selene (Luna). La dea è una fanciulla con il capo coronato da una mezzaluna circondata da sette stelle e solleva le braccia per trattenere un velo rigonfio.
Un altro fuggiasco portava invece con sé una cassettina in legno e bronzo con 40 monete d’oro e 175 in argento, anch’essa esposta.
Al momento dell’eruzione nel 79 d.C. due adulti e un bambino cercarono riparo nel sottoscala di uno degli ambienti di servizio della lussuosa Casa del Bracciale d’oro. Le vittime che in questo ambiente trovarono la morte, sono commemorabili attraverso i calchi esposti.
La casa presentava un grande triclinio con raffinati affreschi come quello delle Nozze di Alessandro e Rossane e di Arianna e Dioniso a Nasso (qui esposti), che alludono al tema delle unioni matrimoniali felici. Durante la stagione estiva i banchetti si svolgevano al piano inferiore in un lussuoso triclinio aperto su un grande spazio verde rinfrescato dalle acque di un monumentale ninfeo, visibile in mostra, rivestito da mosaici policromi in pasta vitrea, conchiglie e schiuma di lava per suggerire l’idea di una grotta secondo la moda dell’epoca.
La famosa e grande parete affrescata con scene di giardino proveniente dalla casa del Bracciale d’Oro di Pompei, è invece eccezionalmente esposta all’Antiquarium di Boscoreale, anche per esigenze di spazio, dopo il rientro dal Grand Palais di Parigi, dove è stata esposta dal 15 marzo al 24 luglio 2017 in una mostra dal titolo “Jardins” assieme a opere di Fragonard, Monet, Cézanne, Klimt, Picasso e Matisse.
Il progetto GPP 27 “Lavori di messa in sicurezza dell’Insula occidentalis con le ville urbane della casa della Biblioteca (VI,17,41), casa del Bracciale d’oro(VI,17,42), casa di Fabio Rufo (VII,16,20,22), casa di Castricio (VII,16,16)” è un grande intervento dedicato alle lussuose dimore disposte su terrazze panoramiche rivolte verso il mare che si sviluppano sul fronte occidentale della città.
Questo complesso progetto mira non solo a mettere in sicurezza e a restaurare queste ricche ville urbane ma anche a valorizzarle attraverso percorsi di visita che restituiscano al pubblico questi edifici chiusi da tempo. L’intervento di restauro prevede la demolizione delle strutture in cemento armato danneggiate e la costruzione di nuove coperture secondo le più aggiornate metodologie di intervento. È di grande rilevanza, inoltre, la sistemazione della scarpata sottostante la casa della Biblioteca, oggi a rischio di frana, che verrà adeguatamente consolidata.
Queste case torneranno quindi ad essere parte integrante della visita della città antica mediante appositi apprestamenti per facilitare i percorsi interni. Inoltre, nell’area a sud-ovest della casa di Fabio Rufo verrà realizzato un giardino progettato in modo tale da riproporre l’organizzazione degli spazi verdi antichi. Quest’area permetterà di migliorare la fruizione del complesso mettendo a disposizione dei visitatori delle zone di aggregazione e di sosta in uno dei punti più suggestivi del sito in quanto spazio di mezzo, indefinito, tra il dentro e il fuori della città antica.
L’Insula Occidentalis. Per una fruizione ampliata dell’area suburbana di Pompei
La ricerca “Per una fruizione ampliata dell’area suburbana di Pompei”, attualmente in corso, è condotta nell’ambito dell’Accordo-quadro tra l’Università di Napoli Federico II e il Parco Archeologico di Pompei.
Lo studio ha consentito di progettare nuove opportunità di visita, alternative a quelle al momento maggiormente frequentate che, attraverso percorsi accessibili a tutti, permetteranno la fruizione in comfort e sicurezza di manufatti antichi oggi non valorizzati nelle loro potenzialità o addirittura non visitabili.
Il percorso di visita dell’Insula Occidentalis, articolato per tratti all’interno di un percorso di circa due ore, si sviluppa attraverso punti che risolvono le criticità attualmente presenti e favoriscono l’accessibilità a strutture quali la Villa di Diomede, gli edifici lungo Via dei Sepolcri e le Terme Suburbane. Per queste ultime è previsto un nuovo accesso dall’attuale parcheggio che consentirà a tutti, anche alle persone con disabilità motorie o percettive, di fruire del manufatto termale per il quale si prevede, nel rispetto del percorso di visita interno originario, un nuovo sistema di attraversamento accessibile a tutti.
L’approccio multidisciplinare, che vede il coinvolgimento di cinque dipartimenti dell’Ateneo fridericiano con il coordinamento del Dipartimento di Architettura e della prof.ssa Renata Picone, costituisce un virtuoso esempio di collaborazione istituzionale che ha visto l’Università mettere le proprie competenze al servizio del territorio e di un luogo simbolo della memoria collettiva.
Gruppo di lavoro:
Renata Picone, Raffaele Amore, Aldo Aveta, Serena Borea, Mimmo Caputo, Maria Cerreta, Luigi Cicala, Gianluigi De Martino, Bruna Di Palma, Giovanni Fabbrocino, Bianca Ferrara, Rosa Anna Genovese, Paolo Giardiello, Giovanna Greco, Gian Piero Lignola, Bianca Gioia Marino, Pasquale Miano, Andrea Pane, Stefania Pollone, Andrea Prota, Valentina Russo, Viviana Saitto, Luigi Veronese, Giovanna Russo Krauss, Marida Salvatori, Claudia Aveta, Giuseppe Feola, Sabrina Coppola, Maria Chiara Rapalo, Damiana Trecozzi, Consuelo Isabel Astrella, Luigi Cappelli, Giancarlo Ramaglia, Mariarosaria Villani.