Arte e Interni, a Roma la mostra Segni Urbani

Patrocinata dal gruppo Rivolta Immobiliare, nato a Napoli nel 1956

L’arte come strumento di valorizzazione degli spazi in cui viviamo: questo è il senso della mostra Segni Urbani, che inaugurerà il 14 giugno a Roma, grazie al patrocinio di Rivolta Immobiliare dal 1956. L’esposizione pittorica, incentrata sulle opere dell’artista Edelweiss Molina, è stata ideata e diretta da Sergio Rivolta Lippo, presidente del Gruppo Rivolta Immobiliare che, insieme ai figli Marco e Luca, e a Francesco Francesconi, mira a offrire una riflessione sul rapporto complementare che si crea tra arte e spazio abitativo: da un lato l’opera d’arte impreziosisce lo spazio in cui si colloca, dall’altro lo spazio, domestico o lavorativo, “custodisce” l’opera d’arte.

Così come i progetti di riqualificazione urbana, secondo una tendenza affermatasi all’estero e più recentemente anche in Italia, prevedono l’esposizione di opere d’arte negli spazi pubblici, così l’opera d’arte valorizza gli spazi privati in cui lavoriamo, abitiamo e viviamo.

La casa è il luogo in cui custodiamo le cose belle e il nostro vissuto, rappresentando la nostra identità.
Per questo, Sergio Rivolta Lippo ha scelto di inaugurare la nuova sede della sua società con un’esposizione artistica. “Credo molto nella fusione tra arte e abitare: la bellezza di una casa dipende in gran parte dal carattere dei suoi spazi e dalla sua personalità,” dichiara Rivolta Lippo.
In virtù di questa considerazione, la Rivolta Immobiliare dal 1956 si pone l’obiettivo di unire sempre più l’arte al suo core business di intermediazione immobiliare, dando la possibilità agli acquirenti di visionare tramite appositi programmi tecnologici le opere di artisti come la Molina già installate nell’immobile scelto, affinché essi possano decidere di acquistare la casa insieme a determinate opere.

“Considero l’approccio di Rivolta Immobiliare innovativo in Italia, e sono fiera di poter contribuire con le mie opere a far luce sull’imprescindibile connubio tra arte e spazi abitativi, specialmente in una città d’arte per eccellenza come Roma,” afferma Edelweiss Molina. “È importante che venga riconosciuto il ruolo dell’arte nelle nostre esistenze e nella sua interazione con lo spazio in cui viviamo.”

Nelle otto opere che saranno esposte, tra cui due trittici astratti lunghi tre metri, l’artista indaga con i suoi squarci prospettici il rapporto tra gli elementi della natura e della realtà urbana che l’uomo abita, con il suo carico di desideri, tensioni e paure. La sua arte trova un’ideale collocazione nello spazio abitato, quasi come fosse ideata per essere da questo custodita.

“La città rappresentata da Molina è ricca di contraddizioni, silenziosa e assordante, è un luogo di apparizioni improvvise, carica di segni e colore, in cui si addensano immagini e coni d’ombra che trattengono memorie nascoste e frammenti di forme già vissute,” commenta Lidia Reghini di Pontremoli, critico d’arte e consulente della mostra. “I quadri della Molina sono lo specchio della nostra anima: il territorio dell’arte è il luogo privilegiato dove rispecchiarsi, ritrovando la propria identità tra segni e parole.”