Musumeci: “Mare, natura e cultura è un trinomio indissolubile“. Il Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, e il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, sono intervenuti oggi al discoprimento di due altari marmorei nabatei recentemente localizzati e documentati sul fondo del mare di Pozzuoli, nel cuore dell’antico porto commerciale della Puteoli romana. Alla cerimonia e alla successiva conferenza stampa hanno partecipato anche il Direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Mic, Luigi La Rocca, il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, il Soprintendente ABAP per l’Area Metropolitana di Napoli, Mariano Nuzzo, il Direttore del Parco archeologico dei Campi Flegrei, Fabio Pagano, il Sindaco del Comune di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, e il Sindaco del Comune di Pozzuoli, Luigi Manzoni. L’iniziativa ha aperto le celebrazioni della Giornata nazionale del mare, istituita ogni 11 aprile dal Decreto legislativo 229/2017.
“Mare, natura e cultura. È un trinomio indissolubile che stamane, col collega Gennaro Sangiuliano, ho voluto riconsacrare in un luogo unico nel Mediterraneo: la città sommersa di Baia, nel golfo di Napoli. Non poteva celebrarsi meglio la Giornata del mare che per un mese ci vedrà impegnati dal nord al sud Italia. In attesa di ammirare, stasera, Palazzo Chigi illuminato di azzurro”, ha detto il Ministro Musumeci.
“Si tratta di un risultato straordinario, frutto della collaborazione tra gli organi periferici del Ministero della cultura, le realtà accademiche e scientifiche del territorio e il nucleo subacqueo dei Carabinieri di Napoli. L’antica Puteoli rivela un altro dei suoi tesori, la cui esatta collocazione finora era ignota, che testimonia la ricchezza e la vastità degli scambi commerciali, culturali e religiosi nel bacino mediterraneo nel mondo antico. Il passato di Roma non smette di stupire e sono felice che ciò avvenga nella Giornata Nazionale del Mare, che non poteva aver miglior celebrazione”, ha dichiarato il Ministro Sangiuliano.
Due altari in marmo di età romana, databili alla prima metà del I secolo d.C., sono inseriti all’interno del grande Tempio dei Nabate
I due altari in marmo di età romana, databili alla prima metà del I secolo d.C., sono inseriti all’interno del grande Tempio dei Nabatei, oggi sommerso per effetto del bradisismo. I Nabatei, popolazione dedita al commercio tra l’Oriente, l’Oceano Indiano e Roma, erano stanziati nelle aree desertiche della Penisola Arabica, ma avevano, sin dalla prima età imperiale, impiantato una loro base all’interno del porto puteolano, il più grande scalo commerciale del Mediterraneo romano. Di questa enclave mercantile, l’unica al di fuori della madrepatria, si conoscevano finora basi e lastre iscritte con dediche – in latino – al dio tutelare Dusares, rinvenute sui fondali di Pozzuoli a più riprese tra il XVIII secolo e gli anni Ottanta del Novecento, e poi confluite nelle collezioni dei Musei di Napoli e del Castello Aragonese di Baia. Rimaneva approssimativa la collocazione del santuario di riferimento, oggi individuata con strumenti topografici di precisione che hanno consentito di inserire il Tempio nel quadro topografico più ampio del vicus Lartidianus. Il rinvenimento degli altari, simili a quello custodito nel Castello di Baia, si inserisce all’interno di una proficua attività di ricerche messe in campo a partire dalla fine del 2021, nell’ambito di una convenzione tra Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli e l’Università degli Studi della Campania L. Vanvitelli, con il coinvolgimento della Scuola Superiore Meridionale per il coordinamento delle attività subacquee, e con il prezioso supporto logistico dei Carabinieri Subacquei – Nucleo di Napoli.
La localizzazione definitiva degli altari, avvenuta anche grazie alla fattiva collaborazione dell’assistente tecnico subacqueo della Soprintendenza
Le ricerche, condotte dal dott. Michele Silani dell’Università L. Vanvitelli, dal dott. Michele Stefanile della Scuola Superiore Meridionale e dalla dott.ssa Maria Luisa Tardugno della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, hanno consentito, oltre al corretto posizionamento del Tempio, di riconoscere ambienti, magazzini, edifici dell’amministrazione imperiale e assi viari dell’antico porto. La localizzazione definitiva degli altari, avvenuta anche grazie alla fattiva collaborazione dell’assistente tecnico subacqueo della Soprintendenza Carlo Leggieri e al supporto offerto dai Carabinieri Subacquei del Nucleo di Napoli, con il Comandante Sandro Bucalo, consente oggi di comprendere meglio l’articolazione di questo complesso settore del porto puteolano, in cui gli edifici sacri delle comunità di stranieri si ergevano a strettissimo contatto con le lunghe file di magazzini destinati a stoccare le tante merci in transito nello scalo, pronte a essere smistate verso la Campania o reindirizzate direttamente a Roma.