Da una cartografia dell’area risalente al 1540, tratta dalla collezione Grimaldi, ai più recenti progetti di bonifica e riqualificazione del sito, c’è tutta la storia di Bagnoli nella mostra virtuale inaugurata oggi sul sito progettiperbagnoli.it a cura della Consulta delle Costruzioni di Napoli. La mostra, nata per essere allestita alla Casina Pompeiana, e poi riconvertita in progetto digitale a causa del perdurare della pandemia, ripercorre miserie e nobiltà del sito sin dall’800 (ma come detto ci sono anche testimonianze precedenti) attraverso centinaia di documenti, alcuni di grande pregio come le immagini del progetto utopistico redatto dall’urbanista anglo-napoletano Lamont Young che voleva fare di Bagnoli una piccola Venezia, o la gouache del ‘700 opera del pittore olandese Gaspar van Wittel che la ritrae incastonata nel golfo di Pozzuoli. Cinque le sezioni in cui è organizzata la rassegna: Cartografie, Vedute, Utopie, Industria e Progetti attraverso le quali ripercorrere la storia dell’area fino ai giorni nostri passando per la dismissione dell’Italsider, i progetti e il mancato sviluppo del programma di bonifica ambientale e di rigenerazione urbana. Con “Progetti per Bagnoli – Tra paesaggio, industria e utopia”, questo il titolo della mostra, la Consulta delle Costruzioni, che racchiude l’intera filiera delle costruzioni della città, da’ il via ad una serie di iniziative per valorizzare le potenzialità, i valori paesaggistici ed attrattivi dell’area di Bagnoli, illustrando il lavoro dei numerosi professionisti che, dalla dismissione industriale ad oggi, sono stati coinvolti nella progettazione degli interventi di rigenerazione urbana. La mostra, nello specifico, censisce gran parte dei progetti approvati su Bagnoli e ripercorre tutte le tappe e gli atti seguiti alla dismissione del sito siderurgico. “Eravamo pronti – ha spiegato introducendo i lavori dell’appuntamento streaming il presidente della Consulta delle Costruzioni, Alessandro Castagnaro – già a maggio scorso quando il Comune di Napoli ci aveva dato l’ok per l’allestimento della mostra alla Casina Pompeiana, poi il perdurare della pandemia ci ha spinti verso la soluzione virtuale che ci ha consentito però di ampliare il progetto a tanti nuovi documenti. Purtroppo – ha sottolineato Castagnaro – Bagnoli è stata oggetto di una miope ed errata visione di pianificazione urbana a carattere industriale che ha portato verso un processo d’industrializzazione anche pesante con la Cementir e l’Italsider, in una delle aree italiane più pregevoli per vocazione turistica, nei secoli fonte di attrazione per artisti, pittori e architetti”. “La Consulta delle Costruzioni di Napoli – ha proseguito Castagnaro – ha promosso questa mostra con uno scopo ben preciso: quello di accendere i riflettori su una delle aree italiane più importanti e significative dal punto di vista paesaggistico, mettendo in risalto l’enorme quantità di progetti proposti, quasi tutti rimasti sogni nel cassetto. Questi progetti – ha concluso – possono servire a dare un chiaro segnale in direzione di una spinta realizzativa concreta”. Dello stato dell’arte di Bagnoli e del suo futuro hanno discusso nei successivi interventi Michelangelo Russo, direttore del del Dipartimento di Architettura (Diarc), Università degli Studi di Napoli, Valentina Sanfelice, in rappresentanza del commissariato straordinario del Governo per Bagnoli, Claudio Collinvitti, program manager di Invitalia, il vicesindaco del Comune di Napoli Carmine Piscopo e l’assessore regionale al Governo del Territorio Bruno Discepolo. “La mostra – ha detto Discepolo in chiusura dei lavori – è un enorme patrimonio di visioni. Nella stratificazione di queste idee è come se ci trovassimo di fronte a un palinsesto progettuale che si accompagna in parallelo alle tante narrazioni e ai modi di raccontare questo luogo cosi straordinario con letture spesso molto contrastanti”.
Ansa