In bici per Napoli, contro le morti sull’asfalto

In occasione della Giornata Internazionale delle Vittime della Strada

Domenica 17 novembre, in occasione della Giornata Internazionale delle Vittime della Strada, si terrà a Napoli una manifestazione promossa dal comitato “Napoli Città 30″, a cui aderiscono oltre 20 realtà associative impegnate sui temi della mobilità sostenibile e della sicurezza stradale. Queste realtà chiedono interventi infrastrutturali, regolamentari e di controllo per garantire condizioni di sicurezza stradale per tutti, a partire dagli utenti più fragili.

La giornata di mobilitazione partirà alle ore 9:00 dalla Galleria Principe di Napoli, dove nei pressi della Bicycle House ci sarà il concentramento dei partecipanti che arriveranno in bici. Alle 9:30 partirà la pedalata, che ripercorrerà alcuni dei luoghi in cui recentemente si sono verificati gravi incidenti con decessi e feriti gravi.
La prima sosta sarà in via Foria per ricordare Lisa Herbich, giovane studentessa tedesca investita mentre era in bici. Si proseguirà poi per Corso Garibaldi, dove Ivan De Mattia, dopo essere stato investito da un’auto che viaggiava a oltre 100 km/h, ha lottato tra la vita e la morte e ora è in fase di recupero. Successivamente, il corteo passerà per via A. Volta, dove Valeria Vertaglio, dopo aver accompagnato i figli a scuola, è stata investita mortalmente mentre attraversava sulle strisce pedonali. Si arriverà poi in Corso Umberto, dove in due punti diversi, ma sempre sulle strisce pedonali e in pieno giorno, hanno perso la vita Giovanni Grilli e Francesco Esposito.

Il corteo in bici arriverà alle 11:00 in Piazza del Plebiscito, con appuntamento fuori dalla Prefettura, dove si congiungerà con i manifestanti che nel frattempo avranno raggiunto la piazza a piedi. Da qui partirà un corteo, con bici a mano, per raggiungere la vicina Piazza Municipio e arrivare davanti alla sede del Comune di Napoli.

Dal 2022, le vittime della strada in città sono aumentate ogni anno. Si muore in ambito urbano per violazione del codice della strada e per eccesso di velocità. Gli incidenti stradali non sono una casualità né una fatalità. Madri, padri, nonni, fratelli, sorelle, figli e amici sono sottratti ai propri cari perché non si realizzano interventi infrastrutturali per ridurre e scoraggiare le violazioni del codice della strada. Si muore perché non c’è controllo e vigilanza, perché non è una priorità prevenire queste tragedie, e si inizia a riflettere solo dopo l’ennesima vittima. Si muore per decisioni sbagliate o non prese.

“Non chiamateli incidenti” è il claim della manifestazione.

È arrivato il momento di dire basta!

Scendiamo in strada, in bici e a piedi, per chiedere al Comune di Napoli interventi urgenti. Quanto fatto finora non è servito a nulla, perché i morti, purtroppo, sono aumentati. La strategia è sbagliata, il problema è sottovalutato e non considerato come una priorità. Le azioni introdotte dagli assessori Cosenza e De Iesu non hanno portato alcun miglioramento, e in alcuni casi si tratta addirittura di interventi peggiorativi rispetto alla situazione precedente, come l’estensione della rete ciclabile.

Nelle prossime settimane diverse associazioni che fanno parte del comitato Napoli 30, attraverso i propri uffici legali, avvieranno una serie di azioni finalizzate alla costituzione di parte civile nei procedimenti penali relativi agli episodi più gravi di violenza stradale. Il fine è tutelare non solo gli interessi delle vittime dirette ma anche quelli diffusi dell’intera comunità dei ciclisti e dei pedoni napoletani. A tal fine saranno presentati esposti dettagliati alla Procura della Repubblica per segnalare le criticità infrastrutturali e le carenze nella manutenzione stradale che possono configurare ipotesi di reato per omissione di atti di ufficio o altre fattispecie penalmente rilevanti. Saranno depositate querele nei confronti di tutti i soggetti identificati come responsabili degli episodi più gravi di violenza stradale sia a titolo diretto che per omessa vigilanza. Le azioni legali, inoltre, riguarderanno la responsabilità amministrativa per il risarcimento dei danni causati alla collettività dalla mancata implementazione di misure di sicurezza stradale adeguate.

Si sottolinea come la violenza stradale non possa più essere considerata una mera fatalità ma rappresenti spesso l’esito di precise responsabilità, sia individuali che istituzionali, che devono essere perseguite in tutte le sedi competenti. Le procedure giudiziali saranno accompagnate da un monitoraggio costante delle situazioni di pericolo con raccolta di documentazione fotografica e videografica, testimonianze e perizie tecniche. Si invitano tutti i cittadini che sono stati testimoni o vittime di episodi di violenza stradale a mettersi in contatto con il nostro ufficio legale per valutare possibili azioni congiunte e per costruire un database completo delle criticità presenti sul territorio comunale.

La manifestazione lancia anche un messaggio di protesta in sinergia con diverse città italiane sul testo di modifica del codice della strada, che ha concluso il suo iter parlamentare in commissione al Senato ed è pronto ad approdare in aula per l’approvazione definitiva a partire dal 18 novembre. Il governo non ha ascoltato le nostre istanze, e il testo è rimasto invariato rispetto a quello approvato dalla Camera dei Deputati. Ciò significa che sono state confermate tutte le misure che limitano le possibilità d’intervento per i sindaci e i comuni, rimuovono i limiti di potenza per i neopatentati, rendono più difficili i controlli e ostacolano la ciclabilità urbana, le ZTL e le aree pedonali. Nulla è stato fatto, invece, per prevenire e contrastare ciò che rende le strade pericolose: la velocità.