di Marco Martone
Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti della Regione Campania, è intervenuto in collegamento telefonico alla trasmissione radiofonica “Oltre l’ostacolo”, andata in onda sulle frequenze di Radio Svago Web. Ciambriello ha parlato della delicata condizione dei detenuti in Campania, dando anche alcuni allarmanti dati. Proprio in questi giorni Ciambriello è stato in visita al carcere di Bellizzi Irpino, dove nel 1984 aveva lavorato come volontario assieme a monsignor Riboldi, creando una cooperativa che si occupa di detenuti politici e comuni.
L’emergenza carceri è un dramma di difficile soluzione, come si esce dalla fase di stallo in cui si trova la Campania?
«Noi siamo convinti che alla persona che sbaglia vada tolto il diritto alla libertà, non quello alla dignità. In tal senso è indispensabile che il carcere sia un luogo a misura d’uomo, in grado di reinserire i detenuti nella società, altrimenti è un fallimento».
I dati a sua disposizione non sono confortanti.
«Se pensiamo che l’80 per centro delle persone che esce dal carcere vi fa ritorno, vuol dire che così come è strutturato non serve. A questo si aggiunga che non tutti quelli che entrano in carcere sono colpevoli. Molti escono senza aver subito neanche il processo di primo grado, poi chiedono un risarcimento per ingiusta detenzione. Lo scorso anno oltre 1000 detenuti in Italia e circa 300 a Napoli hanno chiesto e ottenuto un risarcimento. Un tema sulla giustizia, questo, che riguarda tutti».
Cosa fare allora?
«Per evitare che tante persone vadano in prigione, bisogna liberarsi della necessità del carcere. Cominciare, ad esempio, con i lavori socialmente utili, utilizzare maggiormente lo strumento degli arresti domiciliari. C’è un altro dato allarmante che voglio far conoscere. Tra immigrati e tossicodipendenti in Campania, quasi il 60 per cento sono in carcere. Con la legge Bossi-Fini sugli immigrati e Fini-Giovanardi sulle tossicodipendenze, abbiamo messo in carcere tante persone anche per piccoli reati. Oggi si va in carcere per gli assegni a vuoto, per non aver pagato gli alimenti dei figli, per cavalli di ritorno, per reati amministrativi, questo si può evitare o no?. E c’è un altro dato sorprendente. Tra i settemila detenuti nella regione Campania, nemmeno il 5 per cento è accusato di reati legati alla camorra al 416 bis. I veri delinquenti della malavita organizzata stanno fuori. Dato che deve far riflettere. Abbiamo aperto le porte del carcere a tante questione pensando che sia quella la risposta al bisogno di sicurezza, ma non è così purtroppo».
Che ricordo ha di monsignor Riboldi?
«Quando l’ho incontrato ho visto un pastore i cui abiti puzzavano delle sue pecore. Viveva l’umanità del suo popolo, del suo gregge, della sua diocesi. Era una persona i cui gesti e le cui parole erano una scintilla, un lievito. Noi abbiamo bisogno di questi uomini di chiesa, e anche nella classe medica, intellettuale e politica. Abbiamo bisogno non di chi vive di politica ma di chi vive per la politica. Abbiamo bisogno di preti che tutto il giorno operano per una chiesa dei poveri e per i poveri».
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“C’è un ‘sommerso’ delle patologie psichiche nelle carceri campane che bisogna far emergere per porre fine allo stato di disagio e di abbandono in cui versano i detenuti e per creare delle strutture che siano vero e reale superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari”.
E’ quanto ha affermato il Garante dei Detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello, presentando, stamani, in conferenza stampa, il convegno che, il 20 dicembre 2017 alle ore 9,00, si terrà nell’Aula del Consiglio Regionale della Campania, sul tema “La salute mentale nelle carceri campane: fotografia in bianco e nero”.
“Secondo i dati della Società Italiana di Medicina e Salute Penitenziaria nel 2016 oltre 40mila detenuti soffrono di un disagio psichico, un disagio che può assumere anche forme molto gravi, come depressioni e psicosi, e che può portare anche a gesti estremi o a comportamenti autolesionistici – ha spiegato Ciambriello” – che ha aggiunto: “nel solo 2017 sono stati 50 i suicidi nelle carceri di tutta Italia, 4 nella nostra Regione (1 Santa Maria C.V., 2 Poggioreale, 1 Avellino); nel 2016, in Campania abbiamo registrato 770 episodi di autolesionismo, 87 tentati suicidi, 2 suicidi, una escalation di disperazione e di morte che ha tra le sue cause la mancanza di strutture ed assistenza adeguata per questi detenuti che hanno patologie così gravi”.
“A quasi 40 anni dell’approvazione della Legge Basaglia, che dispose la chiusura dei manicomi, con la legge 81/2014 si è dato avvio alla definitiva chiusura degli OPG e all’apertura delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS). In Campania – ha proseguito – sono stati definitivamente chiusi gli OPG di Napoli e di Aversa e sono state attivate 6 Articolazioni psichiatriche e 4 Rems che, però, – ha sottolineato – sono insufficienti, se si pensa che a Napoli non ce n’è ancora nemmeno una. Inoltre, le REMS presenti in Campania sono strutture piccole, che possono ospitare un massimo di 20 persone, distribuite sul territorio, pensate come luoghi di cura e reinserimento sociale, che dovrebbero accogliere solo autori di reati giudicati infermi o semi-infermi di mente, ma anche socialmente pericolosi e non adatti a soluzioni totalmente restrittive” – ha evidenziato Ciambriello, che ha avvertito: “invece, nella realtà dei fatti, corriamo il rischio che esse diventino dei nuovi piccoli manicomi”.
“Dopo un primo e lungo giro di visite in tutti gli istituti e nelle Rems della Campania, ho deciso di organizzare, quale primo evento pubblico del mio mandato, questo incontro sul tema della salute mentale – ha sottolineato Ciambriello – per mettere in connessione Amministrazione penitenziaria, Aziende sanitarie locali, la Regione Campania, i volontari del terzo settore, con la consapevolezza che la chiusura degli OPG è solo il primo passo verso una reale riforma della questione ‘salute mentale e carcere’”.
Al convegno parteciperanno, tra gli altri, il Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Rosa D’Amelio, il Presidente della Commissione Regionale Sanità, Raffaele Topo, la Presidente della Commissione speciale Trasparenza, Valeria Ciarambino, il Provveditore regionale Amministrazione Penitenziaria della Campania, Giuseppe Martone, i magistrati di sorveglianza, Amirante, De Micco e Puglia e il direttore generale dell’Asl Napoli 1 centro Mario Forlenza, Franco Corleone, già commissario unico per il superamento degli OPG. Le conclusioni saranno del Sottosegretario di Stato alla Giustizia, Gennaro Migliore.