Entra nel vivo il progetto “RePAIR”, acronimo di Reconstructing the past: Artificial Intelligence and Robotics meet Cultural Heritage, che grazie a una tecnologia d’avanguardia, contribuirà alla ricomposizione delle migliaia di frammenti degli affreschi della Casa dei Pittori al lavoro e della Schola Armaturarum, conservati nei depositi del Parco archeologico di Pompei.
Frammenti, come piccole tessere di un puzzle, saranno risistemati con l’ausilio dell’intelligenza artificiale e una infrastruttura robotica, dotata di braccia meccaniche in grado di scansionare i frammenti, riconoscerli tramite un sistema di digitalizzazione 3D e restituirgli la giusta collocazione. Mentre i frammenti vengono riconosciuti e scansionati, le braccia e le mani di precisione meccaniche li manipolano e movimentano con l’ausilio di sensori avanzatissimi in grado di evitarne il minimo danneggiamento.
Il progetto partito a settembre 2021, che avrà la durata complessiva di 4 anni, ha registrato in questi mesi lo sviluppo di una serie di incontri di confronto e studio tra gli esperti di settore per individuare le soluzioni logistiche più efficaci e identificare eventuali criticità da affrontare nella esecuzione del progetto. Di questi giorni – 15 e 16 giugno- è l’incontro presso l’Auditorium del Parco Archeologico di Pompei tra i vari partner, finalizzato a pianificare i futuri sviluppi del progetto, inclusi i sopralluoghi sui luoghi di conservazione dei frammenti.
In particolare nel corso dei tavoli di lavoro, si è discusso di tutte le questioni tecniche relative all’acquisizione/scansione totale dei frammenti, degli algoritmi da utilizzare per la risoluzione del puzzle composto dai vari pezzi e della logistica della robotica per la manipolazione e spostamento dei fragili frammenti.
Oggetto di questa sperimentazione sono gli affreschi del soffitto della Casa dei Pittori al Lavoro nell’Insula dei Casti Amanti, danneggiati nel corso della eruzione del 79 d.C. e poi ridotti in frantumi in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Su tale straordinario contesto lavora già a partire dal 2018 il gruppo di esperti di pitture murali dell’Università di Losanna, guidato dal professor Michel E. Fuchs, con un programma di studio e di ricomposizione manuale che si fonda sull’analisi dei diversi aspetti morfologici, stilistici e tecnici dei frammenti. L’attivazione del nuovo progetto, che procederà parallelamente e in modo coordinato con quello in corso da parte dell’équipe svizzera, consentirà di confrontare dunque due metodologie di lavoro e i rispettivi risultati.
Il secondo caso di studio è costituito dai frammenti degli affreschi della Schola Armaturarum, determinati dal crollo dell’edificio nel 2010 e in parte ancora non ricollocati.
Due esempi iconici di grandi affreschi del patrimonio culturale mondiale che si trovano in stato frammentario e sono conservati nei depositi del Parco Archeologico di Pompei.
Un apporto interdisciplinare di istituti scientifici e di ricerca che operano nel campo della computer vision, della robotica, dell’Intelligenza Artificiale, che si affianca alla attività di ricerca e studio dell’Archeologia e della Conservazione di Beni Culturali.
Allo scopo di identificare il progetto è stato ideato un logo con una sua identità visiva, il cui concept nasce dall’impiego di un frammento di affresco che si smaterializza fino a trasformarsi in pixel rappresentanti dalle forme geometriche; affiancato dal naming. La creatività del logo esprime l’unione tra l’antico e le nuove tecnologie.
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