(Marco Martone)*
Quando nell’anno dello scudetto si rese conto che il calciatore che li avrebbe trascinati alla vittoria era quello con il numero 10 sulle spalle e quando capì che un gesto semplice ma di impatto emotivo enorme avrebbe dato al gruppo la spinta definitiva, non ebbe alcun dubbio. E così Peppe Bruscolotti, condottiero di mille battaglie, si sfilò dal braccio la fascia di capitano e la consegnò a Diego Maradona. E in cambio ricevette una promessa: “Vinceremo lo scudetto, prima che tu possa smettere di giocare!”. E lo scudetto arrivò, perché Maradona era uno di quelli che le promesse sapeva mantenerle. Oggi, forse, ci sarebbe bisogno di gesti simili o di uomini simili. Ma il calcio è cambiato e anche i suoi protagonisti non sono più gli stessi.
E allora, Peppe Bruscolotti, come si esce da questo vicolo cieco, fatto di ammutinamenti, comunicati e punizioni esemplari?
«Oggi tante cose sono cambiate – dice l’ex capitano azzurro – i giocatori sono rappresentati dai procuratori, hanno un approccio diverso al mondo del calcio a cominciare dalle modalità dei rispettivi contratti. Tante cose sono cambiate e quasi tutte a loro vantaggio».
Il Napoli, intanto, non naviga in buone acque.
«La situazione è delicata. Mi auguro che prima della ripresa, ci possa essere un incontro tra le parti che chiarisca la questione. In questi giorni mi sembra che i calciatori si stiano adoperando per una pacificazione e credo sia la soluzione migliore, soprattutto per rispetto nei confronti dei tifosi, oltre che nell’interesse generale».
Il presidente, però, sembra voler andare avanti sulla linea dura.
«De Laurentiis è a capo di una grande società. Ognuno può perseguire nella propria strada ma fare muro contro muro non giova a nessuno. Credo che il presidente oltre a fare l’imprenditore debba essere anche un buon padre di famiglia».
Avanti insieme, quindi, anche con l’attuale tecnico?
«Giusto andare avanti con Ancelotti, ci mancherebbe. In questa situazione tutti hanno sbagliato. Poi non saprei dire chi possa essere una eventuale alternativa all’allenatore, in questo momento della stagione. Ripeto, per me è sufficiente chiarire le cose e andare avanti. Lasciamoli lavorare e i risultati arriveranno, anche perché gli obiettivi sono ancora tutti possibili. Scudetto a parte».
Chi, invece, corre come un treno è la Nazionale.
«Mancini sta facendo un grande lavoro. Ha dimostrato che in Italia i talenti ci sono. Ora c’è fiducia e c’è un gruppo importante. Una prospettiva importante in vista degli Europei».
*pubblicato su Quotidiano NAPOLI