di Marco Martone
Neanche il Napoli riesce a salvare la faccia al calcio italiano, che dopo la debacle azzurra in Spagna e la figura barbina rimediata contro Israele, mostra tutti i suoi lati deboli nelle tre gare di Champions League. E così dopo la batosta della Juventus con il Barcellona e il pareggio stentato e sofferto della Roma, all’Olimpico, contro l’Atletico Madrid, arriva anche la sconfitta per Sarri nella trasferta, tutt’altro che agevole contro lo Shakhtar.
Un bilancio disastroso per le squadre italiane, a testimonianza di un periodo difficile culminato nella sconfitta di Cardiff per i bianconeri e che, almeno per ora, prosegue in questa prima fase della nuova stagione.
In Ucraina il Napoli ha gestito nel peggiore dei modi la sua partita, almeno fino a quando il tecnico non ha deciso di mandare in campo il giocatore più forte e decisivo del gruppo, Dries Mertens, lasciato stranamente in panchina per fare spazio alla coppia Milik-Insigne, con il solito insostituibile Callejon a destra.
Scelta rivelatasi sbagliata, alla fine, anche in considerazione del fatto che domenica gli azzurri incontreranno il Benevento al San Paolo, partita, almeno sulla carta, molto più agevole e indicata per attuare un ampio turn over e rinunciare, magari, a qualche pezzo da novanta.
Ma Sarri, si sa, è bravo e qualche volta anche testardo. E così, dentro il polacco con lo scugnizzo a sinistra e posto da titolare anche ad Hamsik il cui periodo nero non ha visto la luce nemmeno nella notte di Champions. Il capitano è stato ancora una volta sostituito e ancora una volta, la sua uscita dal campo è coincisa con la trasformazione in meglio del resto della squadra che, sotto di due gol, ha trovato la forza per accorciare le distanze e per sfiorare in almeno due occasioni il clamoroso pareggio.
Purtroppo, quando si regalano tanti minuti agli avversari (era già accaduto con Atalanta e Bologna) non sempre si trova la forza per rimediare e questa volta è andata male.
Lo Shakthar era andato in vantaggio dopo 15 minuti di gioco con Taison, al termine di una triangolazione al limite dell’area sulla quale Zielinski è apparso poco reattivo, così come Reina, tuffatosi con un attimo di ritardi alla sua sinistra. Pochi minuti dopo Reina è stato costretto alla parata in uscita, sullo stesso Taison, lanciato a rete da un maldestro retropassaggio di Hamsik.
Per il Napoli, nei primi ’45, solo qualche tiro da lontano e un colpo di testa di Albiol alto sulla traversa. Nella ripresa il colpo del ko arriva al ’57, con Ferreyra che ha messo di testa in porta dopo un’uscita a vuoto di Reina. Soltanto allora Sarri si decide a buttare nella mischia Mertens (fuori lo spento Marek) e la partita cambia.
Gli ucraini calano e il Napoli produce gioco e occasioni, che portano al rigore per un fallo sul belga, trasformato da Milik. Poi l’inutile assalto finale, dove il Napoli rischia di prendere il terzo gol (palo di Ferreyra) ma va anche vicino al pareggio con Milik prima e con Callejon nel finale.