di Marco Martone
Giù il cappello, questa Atalanta è davvero una signora squadra. Nulla da dire, i bergamaschi hanno vinto meritatamente, giocando al San Paolo meglio del Napoli per gran parte della partita, anche quando sono rimasti in dieci per l’espulsione di Kessie. Il gol del 2-0 è arrivato quando gli ospiti erano in inferiorità numerica.
Gasperini ha forgiato un gruppo di talenti giovani, rapidi, tenaci e bravi tecnicamente. Certo gli orobici hanno anche sfruttato una giornataccia degli azzurri, tutti al di sotto della sufficienza, scesi in campo evidentemente senza le giuste motivazioni ma soprattutto in una condizione atletica che ha destato più di una perplessità. Se sia o meno “colpa” del Real Madrid e di quella partita di ritorno che tutta la città attende trepidamente, non è dato da sapere. Certo è che questa sfida all’Atalanta andava giocata con un piglio diverso e magari anche con una formazione diversa, visto che da qualche settimana Sarri può contare su due centravanti “veri” e le condizioni del campo, reso pesante dalla pioggia, avrebbero potuto anche indurre il tecnico a partire con Pavoletti o Milik dal primo minuto.
La scelta è ricaduta, invece, ancora una volta sui tre piccoletti, nonostante l’impiego continuo di Insigne e Callejon e l’avvicinarsi di almeno tre sfide di cartello, Juventus in Coppa Italia, Roma in campionato e Real in Champions, che lascerebbero pensare alla necessità di un ampio turnover anche nel reparto offensivo.
Il Napoli ha giocato alla sua maniera, l’ha fatto male anche perché costretto a sbagliare da un avversario che fa dell’organizzazione del gioco uno dei suoi punti di forza. La partita è stata decisa dai gol di Caldara, sui quali come sempre c’è la grande responsabilità della difesa e dagli errori di Mertens e Callejon, che hanno avuto sul destro e sulla testa i palloni per rimediare alla sconfitta che stava maturando sul campo.
Male gli attaccanti, dunque e male la difesa ma anche il centrocampo è apparso sotto tono e mai in grado di fronteggiare la corsa e il ritmo dei nerazzurri. Hamsik è stato un fantasma, Diawara si è dato da fare ma senza spunti e Zielinski è entrato in gara soltanto nel secondo tempo dopo ’45 minuti da spettatore.
Adesso c’è da serrare i ranghi, magari evitando polemiche e critiche esagerate, perché martedì si torna in campo per la coppa. Una gara che apre una settimana intensa che si chiuderà con la trasferta dell’Olimpico contro la Roma, prima del ritorno con i galacticos. Dieci giorni dai quali può dipendere molto della stagione del Napoli e magari anche del futuro di Sarri.