di Marco Martone
Un Napoli bellissimo, un rullo compressore, un gruppo unito e vincente che sa dare spettacolo anche contro avversari tosti, come la Fiorentina di Paulo Sousa, scesa al San Paolo con la formazione migliore per puntare, con decisione a una semifinale che, invece, vedrà impegnati contro Milano o Juve, gli azzurri di Sarri. La sfida di Fuorigrotta la decide un colpo di testa di Callejon, imbeccato da una super giocata di Marek Hamsik, tra i migliori in campo, al termine di un’azione di rimessa e tutta di prima dei padroni di casa. La palla passa da Diawara a Insigne, per poi finire sui piedi del capitano che pennella per lo spagnolo, a due passi da Tatarusanu, che nulla può sul colpo di frusta da distanza ravvicinata.
La rete giunge al ’70 dopo una gara in cui Napoli e Fiorentina si sono affrontate a viso aperto, creando occasioni da una parte e dall’altra e offrendo uno spettacolo che avrebbe meritato una maggiore presenza di pubblico.
Tra i trentamila del San Paolo, però, c’era anche chi ha saputo vincere lo scudetto della serata e sono i tifosi delle due curve, che hanno esposto striscioni di solidarietà per le popolazioni terremotate e di sostegno all’Abruzzo, colpito da immani tragedie in questi ultimi giorni. Bel gesto in un momento in cui il mondo del calcio ha bisogno, eccome, di qualcosa che lo rianimi dalle fondamenta.
Tornando alla gara, il Napoli, con Calzona in panchina per la squalifica di Sarri, ha vinto perché sono emerse le qualità di alcuni protagonisti, che in questo momento stanno facendo decisamente la differenza. A cominciare da Reina, miracoloso su Astori e bravo sul diagonale di Chiesa nel primo tempo. Ottime prove anche per il duo Albiol-Maksimovic, che ha di fatto annullato Kalinic e per il centrocampo baby (Diawara-Zielinski), classe e sfrontatezza che assicurano al napoli un futuro roseo. Detto di Hamsik, va aggiunta ancora l’ennesima prova da 7 in pagella per Insigne, in periodo di magìe. Bene anche Maggio, entrato tra i mugugni di chi non si fida più di lui e che invece sa rispondere, con i fatti, sul campo come fanno i giocatori (e gli uomini) veri. Capitolo a parte per Pavoletti, ancora lontano dalla forma migliore, che ha faticato a inserirsi in un orchestra che suona a memoria. L’ingresso di Mertens ha migliorato e di molto la manovra del reparto d’attacco. Adesso si pensa al Palermo, in campionato. Per la Coppa si attende di conoscere l’avversario, ma e sarà una doppia sfida tutta da seguire.