Ad un anno dall’uscita de “‘O bongo” , il brano tormentone della scorsa estate, il cui video è stato un vero e proprio caso mediatico, ottenendo un boom di visualizzazioni in ogni angolo del pianeta e che ha fatto incetta di premi, Ciccio Merolla trova ancora una volta un modo originale per anticipare il suo nuovo singolo “ ‘O munno che sento” . Grazie alla campagna ideata da Mutart, un clochard-libero pensatore ha invaso Napoli con la musica del suo stereo che ha letteralmente invaso i social destando curiosità ed interesse. Dal Vomero a Mergellina, dalla ferrovia al centro storico l’alter ego di Ciccio Merolla, il clochard – libero pensatore Tony Faiello, ha regalato ai passanti allegria, momenti di spensieratezza e perle di saggezza sempre a suon di musica, la musica del singolo “ ‘O munno che sento” di Ciccio Merolla, una canzone che è la dichiarazione d’amore, fatta da un uomo nei confronti della vita. In un gioco di ruoli Ciccio Merolla, travestito da clochard nel video per la regia di Luciano Filangieri, nella realtà ha passato testimone all’attore Tony Faiello che ha “spacciato” il singolo tra la curiosità dei turisti e passanti che sono stati travolti da una ventata di buon umore. Infatti “ ‘O munno che sento” è l’universo del musicista che sembra allargare le braccia per inspirare e lasciarsi ispirare dalle cose belle che i suoi occhi vedono per poi lasciarle andare attraverso la sua musica . Merolla già con “ ‘O bongo” aveva iniziato un percorso positivo, anche grazie al suo viaggio spirituale, che conferisce alla musica il grande potere di donare gioia. Nel video, il Ciccio Merolla clochard se ne va a spasso per la sua città incrociando delle situazioni che apparentemente sembrerebbero negative, ma che, viste con uno sguardo attento, svelano tutta la positività e la bontà di ogni azione. E’ uno sguardo innamorato quello di Ciccio Merolla nei confronti della sua città e della sua gente, troppo spesso chiusa e rinchiusa in un pregiudizio che la condanna ad essere fraintesa. Il brano “ ‘O munno che sento” è quindi uno sguardo in positivo sulla città come un volo di gabbiano sui tetti della Sanità. Da un punto di vista musicale, pur restando fedele al suo etnorap, nella continua ricerca sonora e nella sperimentazione della contaminazione dei generi, il musicista non è mai uguale a se stesso e in questo brano fonde la morbidezza dell’arabian groove e il sensuale tocco di darbuka, con le sue rime serrate in cui sfodera il dark side, ovvero l’anima partenopea dello scugnizzo con cui, grazie al rap, dice sempre quello che pensa senza retorica o artifici. La tromba di Gianfranco Campagnoli è un graffio d’autore tra il sound mediterraneo è l’intenzione contemporanea dei sinth di Carmine De Rosa ( tra l’altro produttore artistico del brano con etichetta Jesce Sole) che portano l’ascoltatore in quell’altrove di un luogo immaginario.
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