Da una proposta di Renzo Arbore l’iniziativa dell’Università Federico II di Napoli a 50 anni dalla scomparsa
Il 5 aprile, in occasione del conferimento, nell’Aula Magna dell’Ateneo Renzo Arbore terrà una speciale Laudatio: Totò è eterno. Non c’è persona più meritevole di lui a ricevere una laurea alla memoria, quasi unica nel suo genere.
Da una proposta di Renzo Arbore, da sempre appassionato del grande artista, l’Università degli Studi di Napoli Federico II conferirà ad Antonio de Curtis la Laurea honoris causa alla memoria in Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria.
La cerimonia di conferimento del prestigioso titolo accademico si terrà mercoledì 5 aprile, alle ore 12, nell’Aula Magna Storica dell’Ateneo partenopeo, alla presenza del Rettore Gaetano Manfredi, del Pro-Rettore Arturo De Vivo, di Matteo Angelo Palumbo, docente di Letteratura italiana alla Federico II e di Renzo Arbore.
Dall’Ateneo fra i più antichi d’Italia e del mondo, una Laurea alla memoria al Principe Antonio De Curtis “per aver incarnato e portato sullo schermo tutte le articolazioni dello spettacolo: dalla mimica alla comica, che gli riuscivano particolarmente spontanee, a quella teatrale e cinematografica, acquisite da una lunga esperienza personale che Totò ha vissuto e saputo catturare. Una cultura che rispecchia anche una napoletanità nobile che, nella sua carriera artistica e sociale, ha sempre rappresentato naturalmente”, cosi racconta l’iniziativa Renzo Arbore che, gli dedicherà una speciale Laudatio.
“Renzo Arbore Totò ha cavalcato tutte le sfaccettature della recitazione e dell’umorismo. Un attore davvero completo. Penso, quindi, che non ci sia persona più meritevole a ricevere una laurea alla memoria, quasi unica nel suo genere. Antonio De Curtis, in arte Totò – ricorda Gaetano Manfredi – è stato senza dubbio uno dei più straordinari interpreti dello spettacolo comico teatrale e cinematografico italiano, lasciando contributi incisivi anche come drammaturgo, poeta, paroliere e cantante. Il suo impegno come attore, la sua strepitosa, indimenticabile motilità fisica hanno saputo attingere alla grande tradizione della commedia dell’arte, ma anche sfruttare come non mancarono di notare prontamente Pier Paolo Pasolini e Carmelo Bene, suoi grandi ammiratori – la relazione strettissima tra marionetta e corpo umano teorizzata e praticata dalle avanguardie storiche. Nato e cresciuto prima degli anni 40 del secolo scorso, Totò ha saputo mettere in scena, a teatro, a cinema e in televisione, la tendenza tipicamente italiana del secondo dopoguerra alla fusione tra il popolo e la piccola borghesia, ancora attratta dall’aristocrazia: il principe De Curtis”.
“Il contributo di Totò, forse più decisivo – sottolinea Arturo De Vivo – è però stato quello offerto – come già ricordava Tullio De Mauro – alla storia e alla coscienza linguistica italiana. La memorabile creatività linguistica di Totò ha infatti consegnato allitaliano neologismi fortunati (si ricordino le pinzillacchere), esilaranti giochi linguistici, stranianti motti di spirito, alterazioni e deformazioni lessicali capaci di corrosive parodie dei più triti luoghi comuni”.