di Mariateresa Di Pastena
Consiglia Licciardi: voce, cuore e tecnica.
A Radio Svago Web, in un servizio andato in onda nella puntata dedicata a San Valentino, è intervenuta Consiglia Licciardi, la cui inconfondibile voce, quando canta, ma anche quando parla, è l’eco di un cuore pieno d’amore. Amore per la musica e la canzone napoletana, di cui possiede un’enorme cultura, amore per le sue radici, quindi per Napoli ed il Sud, e, al primo posto, quello per la sua famiglia. Ha cominciato fin da piccola ad usare la voce per esprimere le sue emozioni e i suoi sentimenti, cantando le meravigliose canzoni classiche napoletane e anche quelle scritte per lei dalle abilissime mani di suo fratello Peppe Licciardi. Così, ha esportato Napoli nel mondo, accumulando premi e tournée… Eppure, di lei colpiscono subito l’umiltà e la semplicità…
Quando hai iniziato a cantare?
Avevo sette anni, quando un mio zio scoprì che avevo una bella voce, ma ero ancora troppo piccola. Poi, col tempo, insieme a mio fratello Peppe, che tutt’oggi scrive i miei testi, e ad altri amici, abbiamo iniziato a suonare e a cantare: tra questi, c’erano anche Sergio Esposito, Lello Giulivo, Salvatore Esposito. A 17 anni, con un gruppo folk, ho vinto il primo premio nazionale al teatro Cilea.
Dal vostro sodalizio fraterno ed artistico è nato, ultimamente, anche un libro…
Peppe ed io siamo nati e vissuti a Materdei, in un periodo in cui questo quartiere di Napoli pullulava di giovani artisti che cercavano di emergere da una realtà sociale complicata e, soprattutto, di prendere una buona strada. La musica, per me e mio fratello, è stata un’àncora a cui aggrapparci e a cui, ancora oggi, ci teniamo stretti, perché rappresenta la nostra rinascita, il nostro lungo viaggio insieme. La nostra storia, intrecciata alla sua chitarra e alla mia voce, è descritta proprio in questo libro, “Da vico Paradiso al Paradiso e ritorno” scritto da Peppe. Lui ed io abbiamo faticato tanto per arrivare fin qui!
Hai anche studiato tantissimo…
Sì… Prima mi sono laureata al Conservatorio di Avellino in canto lirico, poi ho fatto la specialistica al Conservatorio di Napoli con una tesi di laurea in Musica da camera. Ma la nostra forza, quella mia e di Peppe, è che abbiamo sempre voluto sperimentare, metterci in discussione. Uno dei nostri progetti, Melos Antique, è nato dalla fusione della musica antica napoletana con la musica tradizionale celtica e medievale. E poi ci avvaliamo di ottimi musicisti.
In tutti questi anni hai ricevuto tantissimi premi e riconoscimenti, in ultimo il premio Pino Daniele. Hai duettato con grandissimi artisti anche internazionali ed hai cantato, nel 1991, con Frank Sinatra, durante una serata in suo onore… Hai partecipato a tantissime trasmissioni televisive e calcato un’infinità di palcoscenici teatrali… Qual è il segreto per una carriera così longeva e quanto è importante l’amore della gente?
Sicuramente tanto studio e quindi tanta tecnica, ma, contemporaneamente tanta passione, sentimento e sensibilità. Per quanto riguarda i premi e l’amore di chi mi segue, sono entrambi importanti, perché la gratificazione è fondamentale e l’affetto del pubblico dà una forza enorme nei momenti di malinconia che ognuno di noi vive. Il premio Pino Daniele? Una soddisfazione immensa! Che grande artista! Lui aveva qualche anno più di me, all’epoca, quando ho cominciato a cantare. Credo che oggi la cultura musicale e in particolare quella napoletana dovrebbe essere maggiormente apprezzata ed incentivata. Quest’ultima è musica da camera: dovrebbe essere suonata ed ascoltata come si faceva una volta e cantata come modestamente credo di fare io, come facevano Roberto Murolo, Sergio Bruni, come fa Enzo Gragnaniello, artista che amo e stimo moltissimo. Nel mio “Sud”, in cui ho voluto contrapporre la forza artistica del Sud a quella imprenditoriale del Nord, Enzo ha cantato una canzone di Peppe, mostrando una grande umiltà, essendo lui stesso un cantautore.
In particolare, uno dei tuoi figli segue le orme tue e di tuo fratello…
Uno dei due ora è in Germania per lavoro, prima frequentava il Conservatorio. L’altro mio figlio, Adriano “Sonakine” Coco, insieme a Gianni “Blob” Roma, ha inciso ultimamente un disco suo dal titolo “Birth of an idea” di musica elettronica. Insieme hanno anche curato la direzione artistica e il Mix- Master-Record del mio ultimo lavoro, “Malinconico Autunno”, che uscirà a breve.
A proposito di famiglia, è stato difficile conciliarla con il tuo lavoro?
Per fortuna ho avuto al mio fianco un marito che mi ha aiutato moltissimo, altrimenti, attaccatissima come sono ai miei familiari, non sarei riuscita a lavorare serenamente. Abbiamo cercato di dare loro tutti i valori che ci sono stati trasmessi dai nostri genitori e in cui crediamo, in primis il rispetto.
A proposito di valori, perché, secondo te, alcuni uomini non hanno il minimo rispetto per le donne, fino ad arrivare ai casi estremi di cui si sente spesso parlare?
Purtroppo, alcuni uomini (pochi, per fortuna!) vorrebbero ancora esercitare la supremazia sulla donna, come si faceva una volta; non sopportano la sua emancipazione e la sua grande intelligenza nel riuscire a fare mille cose contemporaneamente. E, soprattutto, la sua forza! Vorrei che fossero tutte fortunate come me!