Cosimo Alberti: “La mia vita a pane e tradizioni”

L’arte della tammurriata nella serata finale della rassegna letteraria ‘In-Chiostro’

di Mariateresa Di Pastena

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Cosimo Alberti è simpaticissimo e brillante, proprio come il  Salvatore Cerruti che interpreta abilmente in Un posto al sole! Il bravissimo artista, eclettico e sensibile, finalmente può ricominciare a portare in scena  un’altra delle sue passioni, quella per l’arte della tammorra e della tammurriata. Il 26 settembre, alle 18.45, sarà, infatti, uno  tra gli autori che per tutto il mese hanno sfilato e sfileranno sulla preziosa passerella della rassegna letteraria ‘In-Chiostro’, nel Chiostro di San Domenico Maggiore, a Napoli. Ma già in precedenza, è proprio da qui che  quest’estate era ripartita, rispettando scrupolosamente le regole, la cultura a Napoli. Una bella boccata d’aria fresca  per un settore che, come molti altri, ma forse un po’ di più, ha sofferto lo stop imposto necessariamente dall’emergenza covid. 

 ‘Sulle rotte della Tammurriata, Geografia delle feste devozionali” è il taglio della presentazione del libro di Cosimo, ‘Tammurriata,  Riti e Miti di una Sirena Millenaria’ (Valtrend editore, 160 pagine,  15 euro), che testimonia il suo amore sviscerato per questa danza popolare. Abbiamo rivolto qualche domanda prima a lui, e poi alla sua editrice, Mara Iovene (per info 3345302504, info@valtrend.it), e ci piace sottolineare il profondo rapporto di affetto e di stima che li lega e che traspare.

Cosimo, in che cosa consiste il tuo spettacolo?

Ripercorre, attraverso un viaggio emozionale tra musiche, canti e danze nei luoghi delle tammurriate campane, le ritualità, le festività,  e le differenze stilistiche, a volte anche notevoli, tra le diverse forme coreutiche e musicali, fino ad arrivare a tammurriate molto particolari, quali ad esempio la Giuglianese e quella della Madonna Avvocata, che hanno ritmi e movenze del tutto peculiari. Leggerò anche dei brani tratti dal libro,che ha una particolarità, è diviso in tre parti:  nella prima rivivo appunto le tradizioni e le mie esperienze nel settore, nella seconda ci sono dei racconti, nella terza delle poesie. Durante lo spettacolo sarò affiancato dalla mia cara editrice, Mara Iovene, dall’architetto Fiorella Mainenti e dalla scrittrice Yvonne Carbonaro. E Tony Saggese mi accompagnerà con la tammorra.  In realtà, però, il gran finale ci sarà subito dopo di me:  un incontro con il grande  Maurizio De Giovanni!

Da dove nasce il tuo amore per  la tradizione e le danze popolari?

Fin da bambino. I miei genitori, salentini, mi hanno trasmesso la passione per la pizzica, tipica di quel territorio. Poi ho cominciato ad avvicinarmi allo studio del rito delle danze popolari, in particolare della tammurriata, che ora insegno da anni.  Ha una storia antica, è un retaggio precristiano, poi diventato rito pagano dedicato alle dee. E’ partita dall’antica Frigia, attraversato la Grecia, l’Impero romano, e poi è giunta in Campania dove si è ancorata. E’ una danza legata al mondo contadino e al ciclo riproduttivo della Terra: nasce, infatti, come rito propiziatorio dei contadini per accaparrarsi la benevolenza delle divinità per un buon raccolto. Insomma, posso dire di essere  cresciuto ‘a pane e tradizioni’!      

Quindi, l’arte si declina in vari aspetti della tua vita professionale …

Sì, perché oltre ad essere attore ed autore, soprattutto  teatrale, canto, suono e ballo! Mi piace spettacolarizzare la musica … E cantare le preghiere, ad esempio alla Madonna della Grazie. Mi affascina la ritualità legata ad esempio al Fuoco di Sant’Antonio, e, tra le danze, ne adoro una macedone, detta, in italiano, delle erbacce, sempre legata alla Terra.

Sei anche supertecnologico, però!

Sì! Può sembrare una contrapposizione, ma amo la tecnologia e il mondo social, che frequento soprattutto per  veicolare messaggi importanti, in particolare quello della lotta contro l’omofobia e il razzismo, che purtroppo, come sappiamo, continuano ad imperversare in modo preoccupante.

 Come hai vissuto il difficile e delicato periodo del lockdown e della pandemia, quest’ultima purtroppo ancora presente, che,  oltre a portare tanta sofferenza nel mondo, ci ha costretto  a restare a casa?

Qui tocchiamo un tasto dolente …   All’inizio, per i primi dieci giorni, mi sono messo a scrivere di brutto, non avendo mai avuto così tanto tempo a disposizione,  cercavo di approfittarne, utilizzandolo facendo una delle cose che tanto amo fare. Poi, però, ho capito che remavo controcorrente, nel senso che gli spettacoli venivano man mano annullati per l’emergenza covid e i teatri stavano chiudendo …  E allora mi sono avvilito, mi è sembrato inutile impegnarmi in qualcosa che non avrei potuto poi, almeno per quel periodo così buio, realizzare. Però devo dire che ho avuto una grande soddisfazione grazie allo Show Web ‘I solerti’ , che abbiamo realizzato  in diretta streaming sui vari social, e con il quale la mia cara collega ed amica Nina Soldano ed io  (è proprio dalla fusione dei nostri cognomi che è nato, appunto, il nome ‘I solerti’, e anche perché ci si addice il significato!) abbiamo fatto compagnia al popolo web, cercando di rallegrarlo (ad esempio con la ‘quarantella’, la tarantella in quarantena!).  Per quest’iniziativa, abbiamo ricevuto il Premio del Web  dal consiglio direttivo del Cenacolo letterario italiano “Via 25 Novembre” di Cefalù (presieduto da Antonio Barracato). Siamo stati scelti, Nina,io e mio marito, Cristian Luino, tra i personaggi della rai tv,  ‘per il nostro generoso contributo nell’intrattenimento degli users costretti a casa, a causa della pandemia’. 

 Non è stato affatto piacevole, invece, in quella situazione di lockdown, scoprire  quanto poco siamo tutelati noi artisti, tutti coloro che lavorano, come me, nel mondo dello spettacolo, della cultura.  Sembra che il nostro venga considerato un non-lavoro,  con pochi diritti, anzi direi quasi nessuno. Poi ho scoperto la nascita dell’Istituto Nuovo IMAIE, un istituto previdenziale che tutela i nostri diritti. Inoltre, per fortuna, avendo una lunga carriera alle spalle, io sono iscritto alla SIAE da trent’anni …

Ora stanno nascendo  varie associazioni di attrici  e attori. E poi speriamo nasca una sorta di albo, un registro dei lavoratori di questo settore. Mi auguro che questo brutto virus, che ha sconvolto la nostra vita, abbia insegnato qualcosa a tutti:  che non ci devono essere differenze tra gli uomini, e neanche tra i lavoratori, che siamo tutti uguali! E che tutti abbiamo diritto, e non è un gioco di parole, agli stessi diritti.

Invece chiedo a te, Mara:  com’è nata l’idea di questa  bellissima rassegna letteraria?

Da tante riflessioni, certo … E  da una gran voglia di riscatto post-lockdown, che ha penalizzato appunto in particolar modo il nostro settore e non solo. Così, insieme ad altre due case editrici,  inKnot e Homo Scrivens, ci siamo rivolte all’Assessorato e abbiamo trovato una grande disponibilità, che ha acuito ancora di più il nostro entusiasmo. Era giugno, e a metà agosto abbiamo avuto ufficialmente l’autorizzazione.  Abbiamo, quindi, organizzato l’evento, che è stato realizzato dall’Associazione Campania editori (ACE,) in collaborazione col Comune di Napoli. La rassegna ha visto il susseguirsi ogni fine settimana, dal 3 al 26 settembre,di  tematiche culturali diverse e per tutti i gusti, che hanno fatto da filo conduttore tra editori, scrittori, famosi e non, e lettori di tutte le età con  presentazioni, reading, firma copie e accettazione di manoscritti.

Un vero inno all’editoria e alla lettura, che lo meritano e ne hanno quanto mai bisogno. Ma cosa ti ha spinta verso questo campo, purtroppo sempre meno valorizzato? 

Mio marito, Mario Marotta, ed io, eravamo già nel settore. Poi, ventuno anni fa,  abbiamo fondato la Valtrend , ci abbiamo creduto e ci crediamo. Nel nostro piccolo, pensiamo di avere una missione da compiere:  divulgare la cultura, in particolare quella legata al nostro territorio. Devo dire che alcune regioni rispondono molto bene.  Certo, non è facile, ma abbiamo realizzato un sogno, e questo non ha prezzo!

Cosa si può fare, seconde te, per incentivare la lettura?

Purtroppo le persone leggono poco, il piacere e la voglia di leggere non si possono certo imporre , ma l’importanza della lettura  si può insegnare, partendo dalle famiglie e dalla scuola.