Si amplia l’offerta permanente de ilCartastorie | Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli (via dei Tribunali, 214). Dal 10 marzo, infatti, i visitatori, con l’acquisto del biglietto di ingresso, potranno fruire dei nuovi contenuti della sala interattiva rinominata “Angolo Cuomo”, che prende il nome dal palazzo che la ospita (Palazzo Cuomo), lungo le scale progettate da Ferdinando Sanfelice. La sala, nella quale già si narrano la storia di Angelo Carasale e del Teatro San Carlo, si arricchisce di tre nuovi contenuti multimediali realizzati in questi mesi dal museo stesso e tratti dalle ricerche sulle scritture dell’Archivio Storico del Banco di Napoli.
Il primo dei nuovi capitoli è dedicato alla Pala Radolovich, opera commissionata ma mai ritrovata (o forse mai realizzata) del celebre pittore Caravaggio, rielaborata artisticamente sulla base di una dettagliata causale di pagamento del 1606, unica traccia finora rinvenuta. Il secondo racconta la “Rivoluzione napoletana” dal punto di vista di Vincenzo d’Andrea, uno dei maggiori protagonisti della rivoluzione del 1647 e della successiva Serenissima Repubblica Napoletana: un’immersione nella breve epopea di Tommaso d’Amalfi, detto Masaniello, il coraggioso pescivendolo di Vico Rotto al Mercato. Il terzo prodotto multimediale, “Scavando tra le carte”, ha come protagonista Rocco Gioacchino Alcubierre il quale narra le vicende che, nel 1738, lo portarono a rinvenire i resti dell’antica Ercolano. Attraverso la sua voce, si ripercorrono i momenti fondamentali di quella che fu l’età ‘eroica’ dell’archeologica borbonica.
A due anni dall’inaugurazione del percorso multimediale Kaleidos di Stefano Gargiulo (Kaos Produzioni), cuore dell’offerta permanente de ilCartastorie, si aggiungono quindi ulteriori frammenti del patrimonio culturale custodito negli 80km di documenti conservati dall’Archivio. Contenuti fruibili in maniera semplice, grazie alle nuove tecnologie.
Palazzo Cuomo (da cui prende il nome la nuova sala) fu annesso a Palazzo Ricca (antica sede del Banco dei Poveri e attualmente sede della Fondazione Banco di Napoli, dell’Archivio e del suo museo) nel 1787, quando la mole delle scritture degli antichi banchi pubblici napoletani si fece troppo grande per essere contenuta in un unico edificio. “Angolo Cuomo” segna del resto anche oggi un’espansione, stavolta nell’operazione di valorizzazione delle storie contenute nei faldoni dell’Archivio.