De Magistris e Borsellino, petizione contro la camorra

Attestato di solidarietà per Luigi Leonardi e per tutti i testimoni di giustizia

“Qualche giorno fa è stata lanciata su change.org una petizione per offrire sostegno a Luigi Leonardi, giovane imprenditore napoletano, uno degli 85 testimoni di giustizia in Italia. Lotta da 16 anni contro vessazioni ed estorsioni da parte della camorra e ha denunciato le violenze di cui è stato vittima, tentando così di promuovere una cultura della legalità in una terra difficile come la Campania. Inoltre, da diversi mesi il suo impegno si è riversato nella promozione di un d.d.l. che regolamentasse, in modo autonomo e peculiare, la figura del testimone di giustizia, ad oggi ricompresa nella l. 82/91, meglio conosciuta come “legge relativa ai collaboratori di giustizia”. L’obiettivo è quello di sottolineare la profonda differenza che intercorre tra i due status, rafforzando la tutela giuridica, ad oggi carente, dei testimoni di giustizia, che, ricordiamolo, sono cittadini che si sono ribellati all’arroganza del potere criminale.

Qualche giorno fa Luigi Leonardi aveva diffuso la notizia di essere destinatario di un provvedimento, emanato dalla Commissione Centrale di Protezione, con cui veniva sancito il suo cambio di status, da testimone di giustizia a collaboratore. Una doccia fredda. Un pregiudizio alla dignità di un uomo che coraggiosamente ha denunciato, mettendo a repentaglio la sicurezza personale e sacrificando la sua libertà a favore di una vita che fosse espressione di un agire per la tutela dei diritti e della legalità. Luigi Leonardi ha tempestivamente promosso un’azione innanzi al TAR, chiedendo l’immediata sospensiva, in via cautelare, degli effetti e l’annullamento del provvedimento che lo invischia irrimediabilmente con quell’ambiente mafioso a cui si è fortemente opposto, mettendo in evidenza il gravissimo danno che gli sarebbe derivato dall’applicazione di tale misura, la quale comporta, tra l’altro, l’allontanamento dalla località di origine verso una destinazione segreta. Il TAR si è espresso affermando “ di non ravvisare un danno grave e irreparabile nel pregiudizio allegato dal ricorrente connesso all’allontanamento dai luoghi di origine, disposto con il provvedimento impugnato, che è invece a tutela della sua incolumità, a prescindere dal nuovo status allo stesso attribuito”.  Ci chiediamo in che modo non costituisca un danno grave e irreparabile per un imprenditore essere costretto a risolvere tutti i propri contratti di lavoro, con le ripercussioni economiche che ne derivano.

Ci chiediamo, ancora, come un uomo, già abbandonato dalla famiglia per le scelte di legalità intraprese, possa non essere gravemente e irreparabilmente danneggiato dall’allontanamento dalla sua terra e dai suoi legami affettivi.Ci chiediamo, infine, perche l’organo di giustizia amministrativa ha taciuto quei profili che, ad un sommario esame, inducono ad una ragionevole previsione sull’esito del ricorso, nulla affermando circa la presunta fondatezza della misura promossa dalla Commissione Centrale di Protezione. Valutazione da cui, in sede cautelare, non è possibile prescindere. Non resta che rimanere in attesa della sentenza di merito che si aspetta a breve.  Quello di Luigi Leonardi non è un caso isolato, è lungo l’elenco dei casi di malagestione dei testimoni di giustizia in Italia, tra i tanti ricordiamo: Augusto Di Meo, Roberto Battaglia, Luigi Gallo, le cui vicende sono ben note. Lo Stato non può permettere che passi un messaggio destinato a scoraggiare chi decide di alzare la testa. Chi denuncia va sostenuto e tutelato.  Ricordiamo le parole del Giudice Falcone, non solo durante le commemorazioni.

“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”

Salvatore Borsellino              Luigi de Magistris