“Il dipinto “TRE SANTE” (Santa Scolastica, Santa Apollonia e Santa Lucia) di autore ignoto, proveniente dalla chiesa di Santo Stefano di Castelsantangelo sul Nera in provincia di Macerata è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 2016. Grazie al finanziamento della Sede di Fano dell’Archeoclub d’Italia, la tela è stata restaurata ad opera delle restauratrici fanesi Andreazzo M. Letizia e Bartoletti Paola. Un intervento di restauro doveroso perché l’opera, assieme a tante altre, costituisce la memoria, oramai secolare, delle comunità; una prova tangibile dell’anima dei luoghi, dove la storia ha lasciato una ricchezza impensabile, che non può essere né dispersa né tantomeno perduta”. Lo ha dichiarato Piergiorgio Budassi, Presidente di Archeoclub d’Italia sede di Fano, nelle Marche. Ma anche questa sede non è nuova ad opere di restauro a testimonianza del grande contributo che Archeoclub d’Italia sta dando alla tutela del Patrimonio Culturale italiano.
“La sede di Fano dell’Archeoclub d’Italia ha promosso e finanziato diversi restauri grazie all’impegno dei Soci e al sostegno di quanti visitano l’area archeologica di S. Agostino, area gestita dalla nostra associazione. Per il biennio 2014/2015 abbiamo deciso di finanziare il restauro di uno dei tanti dipinti che si trovano nei Depositi della Pinacoteca per restituire alla città un’altra delle sue tante ricchezze. La scelta è caduta su un dipinto del XVIII secolo raffigurante S. Antonio da Padova e attribuito a Giuseppe Ceccarini. Questo dipinto infatti – ha proseguito Budassi – si trovava in pessime condizioni e, senza un restauro urgente, rischiava di andare perduto. Inoltre abbiamo scelto di finanziarne il restauro anche perché, nonostante la patina di sporco che lo offuscava, ci sembrava proprio un bel quadro, equilibrato nella struttura compositiva, ricco e vivace dal punto di vista cromatico e, soprattutto, caratterizzato da una vitalità quasi nascosta, suggerita dal gioco degli sguardi dei vari personaggi raffigurati nel dipinto. Infine, altro fattore determinante per questa scelta, il fatto che il dipinto, una volta restaurato, sarebbe stato nuovamente collocato nel suo ambito originario e cioè nella chiesa di S. Maria al Ponte Metauro. Ottenuti i permessi, le operazioni di restauro hanno avuto inizio nel novembre 2014 e, dopo un lungo lavoro, nel giugno 2015 sono terminate e così questo dipinto è tornato a risplendere in tutta la sua bellezza”.
Nelle Marche, a Morrovalle, Archeoclub d’Italia sta portando avanti un altro importante restauro.
“Dopo anni di lettere, di pratiche, d’interventi, di sollecitazioni, ora finalmente, l’Archeoclub d’Italia – Sede di Morrovalle(MC), in possesso di tutte le autorizzazioni – ha dichiarato Nazzarena Acquaroli Cerone – Presidente Archeoclub d’Italia di Morrovalle – ha dato inizio ai lavori di risanamento e restauro conservativo della FONTE DEL COPPO in contrada del Coppo : una delle Fonti più antiche e rappresentative di fatti storici particolarmente significativi per i Morrovallesi ma anche per i cittadini marchigiani. Documenti di archivio attestano, infatti, l’esistenza in tale località del primo romitorio dei Frati Francescani in cui sostò Giordano d’Aglano , vicario del re Manfredi, venuto nelle Marche il 31 Agosto 1264 a portare uno speciale privilegio a favore di Montolmo , fedele al Re , ed un proclama contro gli abitanti di Petriolo schieratisi a favore del Papa Alessandro IV intenzionato a riconquistare la Sicilia. Archeoclub d’Italia sede di Morrovalle continua la sua opera a tutela del patrimonio storico del territorio. Il recupero del patrimonio storico dell’Italia è una battaglia di civiltà!”. I luoghi della storia rivivono grazie ai restauri. La Fonte ritornerà ad antichi splendori!! Ma cosa è la Fonte del Coppo?
“La fonte ricorda l’antico romitorio dei Frati Francescani in cui sostò il 21 agosto 1254 Giordano d’Aglano, vicario del re Manfredi, venuto nelle Marche a portare uno speciale privilegio a favore di Montolmo, fedele al re, ed un proclama contro gli abitanti di Petriolo schieratesi a favore del papa Alessandro IV. “.. Jordanus de Aglano….apud Murrum de Vallibus in loco Fratrum minorum regnante Manfredo….”. La Fonte del Coppo è importante perché è tutto ciò che resta dell’antico cenobio. Oggi la FONTE versa in pessime condizioni: le murature che compongono le tre vasche sono in forte stato di degrado; la scarpata di terra a nord della Fonte, a causa del dilavamento e della coltivazione – ha continuato Acquaroli Cerone è aumentata notevolmente in altezza senza che vi sia alcun sostegno che impedisca alla terra stessa di scivolare nelle vasche in caso di pioggia battente; sulla scarpata sono cresciuti, inoltre, molteplici alberi che con le loro robuste radici stanno dissestando le varie murature.
Il restauro era quanto mai urgente e necessario e l’Archeoclub è orgogliosa di comunicare che diamo inizio ai lavori e dunque recupereremo un bene storico importante per l’intera comunità con piena soddisfazione per la salvaguardia della memoria storica cara a tutti i morrovallesi”.
Ecco le nozioni storiche essenziali:
Nei pressi della Fonte del Coppo, sita in contrada del Coppo o dell’Angelo, sorse a Morrovalle il primo Convento dei frati Minori Osservanti. Si trattava di un piccolo romitorio, eretto intorno all’anno 1210. L’avvenimento che dà certezza dell’esistenza del romitorio francescano è la presenza in tale luogo il 31 Agosto 1264 di Jordanus de Aglano. Il vicario del re Manfredi era venuto a portare uno speciale privilegio a favore di Montolmo, fedele al re, e un proclama contro gli abitanti di Petriolo, schieratisi a favore del Papa Alessandro IV.
Un altro documento che attesta la presenza dei Frati Minori a Morrovalle sin dal secolo XIII è la bolla di Papa Niccolò IV, con la quale veniva concessa l’indulgenza a tutti coloro che avessero visitato la chiesetta dei frati.
Anche Fra’ Ugolino da Montegiorgio, negli “Actus San Francisci” risalenti alla seconda metà del sec. XIII, fa menzione nello stesso luogo del primo convento di Morrovalle.
Il convento-eremo di Fonte dell’Angelo fu tanto caro al Cardinal Minio che si oppose sempre a ogni tentativo di chiusura; anzi cercò di valorizzarlo, ottenendo dal Papa francescano Niccolò IV una particolare indulgenza da lucrare visitando devotamente quella umile chiesetta.
E continua a stupire l’importante restauro, ad opera di Archeoclub d’Italia sede di Formello, nel Lazio, presso la chiesa medievale.
“All’interno di una nicchia dell’antica Chiesa Medievale di Formello, abbiamo trovato e riportato alla luce immagini di figure femminili, è venuta fuori la Madonna della Misericordia che pone sotto la protezione tutti i formellesi. Il restauro è in questo momento ancora in corso
Grazie alla tenacia di Archeoclub d’Italia si è coagulato un grande interesse intorno all’antica chiesa medievale di Formello dovuto ai primi tentativi di capire cosa ci fosse sotto l’intonaco. Al restauro voluto e finanziato da Archeoclub d’Italia faranno seguito altri due restauri molto importanti a cura della Soprintendenza – ha affermato Isabella Del Frate, storica dell’arte che dal 1984 è in ruolo presso il Ministero dei Beni Culturali con la qualifica di Storico dell’arte, che sta seguendo i restauri a Formello – grazie ai quali speriamo di riportare alla luce tutti gli affreschi. Abbiamo restaurato l’immagine di Santa Lucia, l’intervento è stato reso necessario anche per il fatto che si rischiava di perdere l’affresco. Abbiamo ottenuto un risultato davvero ottimale è tornata alla luce anche la cornice che completava la decorazione. Mancava la fase tardo – quattrocentesca della chiesa e dunque abbiamo fatto dei saggi in controfacciata ed è ecco la bellissima sorpresa quando dal primissimo saggio è uscito l’occhietto della Madonna. Abbiamo portato alla luce una Madonna del tardo ‘400 e allargando il saggio è uscito anche Sant’Antonio ed anche un frammento della figura di San Biagio. All’interno di una Nicchia abbiamo trovato e riportato alla luce immagini di donne, è venuta fuori la Madonna della Misericordia che pone sotto la protezione tutti i formellesi. Un dipinto che potrebbe essere stato commissionato dalla famiglia Orsini. Abbiamo scoperto decorazioni del tardo – quattrocento sull’altare principale, è venuto fuori anche lo stemma degli Orsini ma anche San Michele contro i demoni”.
Il team di restauro è formato da Isabella Del Frate, storica dell’arte e dalle restauratrici Stella Mitrii e Carolina Fiori.
“I risultati che stanno maturando a Formello, paesino non distante da Roma, sono sorprendenti. I restauri sono in corso nell’antica chiesa medievale di Formello, vicino Roma. Archeoclub d’Italia sede di Formello, ha “adottato” l’antica chiesa medievale di Sant’Angelo, nel centro storico di Formello, con il proposito di recuperare alla fruizione aurale l’edificio, da anni chiuso al pubblico e di fatto dimenticato dalla Comunità formellese ed ha promosso il restauro pittorico che per la prima volta in assoluto mostreremo domani durante la diretta social. La chiesa di Formello, dedicata all’Arcangelo Michele – ha affermato Carla Sisto Canali, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Formello, archeologa, docente di materie letterarie – potente protettore contro il demonio, le malattie e i disastri climatici, e storico venerato patrono dei Longobardi, dei guerrieri, dei pastori della transumanza ecc….ha avuto la sua importanza nel tempo, ed è stata la seconda parrocchia del paese, fino al XVIII secolo. Successivamente, persa questa funzione a vantaggio della chiesa di San Lorenzo, fu dimenticata e lasciata in abbandono, fino al crollo del tetto e alla definitiva chiusura. Negli anni 2000 ci furono i restauri architettonici, non seguiti da un recupero funzionale.
Con la nostra adozione abbiamo voluto provocare un’inversione di tendenza e tornare all’uso di un Bene culturale, che mostrava opere di valore, ma neglette e danneggiate”.
Eccezionale la scoperta: rinvenuta la storica frase di Dante. Sotto la Sacra Famiglia è emerso l’affresco dell’Apparizione di San Michele Arcangelo sul Gargano.
“Si tratta di un unicum. Abbiamo trovato anche la scritta molto rara tratta dalla Divina Commedia “Lasciate ogni speranza voi che è entrate”. Si tratta di un unicum, una scoperta particolare, rara la quale ci dice che la Divina Commedia doveva essere addirittura nota anche tra il popolo in quanto queste raffigurazioni riportate alla luce a Formello erano destinate al popolo. Dunque all’epoca la Divina Commedia era conosciuta anche dal popolo!
Abbiamo riportato alla luce anche una rappresentazione della Sacra Famiglia – ha concluso la Sisti – e sotto la Sacra Famiglia abbiamo trovato incredibilmente trovato l’Apparizione di San Michele sul Gargano.
L’Apparizione di San Michele sul Gargano potrebbe avere come autore Antoniazzo Romano, grande artista che ha lavorato moltuissimo nella seconda metà del ‘400 ed è lo stesso autore dell’Apparizione di San Michele sul Gargano che triviamo nella Cappella del Cardinal Bessarione a Roma”.
E Archeoclub d’Italia sostiene la candidatura dell’Italia a sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua – Italy World Water Forum 2024!
“Acheoclub d’Italia sostiene concretamente la candidatura dell’Italia a sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua. L’Italia è la patria dell’archeologia subacquea – ha annunciato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia – con numerosi siti sommersi di epoca storica che stanno continuando a venire alla luce. E l’Italia ha dei veri “fiumi archeologici”, un Paese che non finisce mai di sorprendere: i laghi conservano un importante patrimonio archeologico ma abbiamo anche i “fiumi archeologici” del Nord Italia, mentre il Mare del Sud è un vero museo in grado di tutelare un grande patrimonio archeologico. E proprio questo patrimonio archeologico sommerso è in grado di raccontarci cambiamenti climatici e essere memoria del Mediterraneo. Assegnare la sede all’Italia del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua significherebbe un grande riconoscimento per il Mediterraneo, per la sua storia e per i suoi popoli”.