Inaugurata la mostra che illustra la storia della serie di arazzi con Storie di Don Chisciotte della manifattura napoletana, ispirate al romanzo di Miguel de Cervantes, con l’esposizione dei dipinti preparatori messi a confronto con alcuni degli arazzi conservati al Quirinale, le edizioni illustrate della Biblioteca Nazionale di Napoli e lo spartito dell’opera Don Chisciotte della Mancia di Paisiello, dal Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli.
È stata inaugurata al Palazzo Reale di Napoli la mostra “Don Chisciotte tra Napoli, Caserta e il Quirinale: i cartoni e gli arazzi” al Palazzo Reale di Napoli (dal 19 maggio al 6 settembre 2022), curata da Mario Epifani, direttore di Palazzo Reale e da Encarnación Sánchez García, accademica corrispondente della Real Academia Española, alla presenza dell’Ambasciatore di Spagna, Alfonso Dastis Quecedo, del Prefetto Claudio Palomba e del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, della Regione rappresentata dall’assessore al Turismo, Felice Casucci e della direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli Maria Iannotti.
La curatrice Sánchez García con la direttrice dell’istituto Cervantes, Ana Navarro Ortega, hanno scelto alcuni brani tratti dal Don Chisciotte della Mancia di Miguel Cervantes che sono stati letti dagli ospiti, durante la cerimonia di presentazione tratti dalle due edizioni del romanzo.
Le prime cinque letture sono tratte dalla prima parte del romanzo del 1605 El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha dalle autorità presenti mentre altri brani, tratti dagli episodi della seconda parte del romanzo El ingenioso caballero don Quijote de la Mancha (1615), sono stati interpretati da esponenti della cultura ispanica.
L’esposizione, che intende ricostruire la storia della serie di arazzi con Storie di Don Chisciotte, eseguiti dalla manifattura napoletana nella seconda metà del Settecento, ispirate al celebre romanzo del Cervantes, seguirà il racconto attraverso la serie completa dei cartoni – dipinti preparatori per la realizzazione degli arazzi – per la prima volta messi a confronto con alcuni degli arazzi oggi conservati al Quirinale. Le opere dialogano con le più preziose edizioni tra quelle conservate nella Biblioteca Nazionale di Napoli tra le quali l’edizione principe della prima parte del romanzo pubblicata a Madrid nel 1605 di cui esistono solo 26 copie al mondo, una delle quali è conservata dalla Biblioteca Nazionale e lo spartito dell’opera Don Chisciotte della Mancia del compositore Giovanni Paisiello, proveniente dal Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli a testimonianza dell’interesse che all’epoca suscitava il racconto dell’ingenioso hidalgo manifestato attraverso varie forme d’arte.
Sono esposti nello spazio della Galleria del Genovese e nella sala XXIV dell’Appartamento Storico 38 cartoni accanto a 7 arazzi (5 con episodi del romanzo e 2 decorativi), appartenenti alla serie eseguita dalla manifattura napoletana in due riprese, tra il 1757 e il 1779, per arredare la Reggia di Caserta e trasferita dopo il 1870 al Palazzo del Quirinale a Roma. Un ulteriore arazzo, in prestito dal Museo di Capodimonte, è invece l’unico conservato a Napoli, opera della manifattura francese dei Gobelins.
In occasione della mostra è stato eseguito un accurato lavoro di restauro su trenta dipinti e venti cornici e ricostruita una nuova analisi di documenti d’archivio. Ciò ha consentito di ricostruire le vicende relative al ciclo di arazzi, che tra il Settecento e il Novecento è stato spostato in varie residenze reali, da Napoli a Caserta, passando in seguito a Palermo e al Museo di Capodimonte per arrivare infine al Palazzo del Quirinale, dove oggi il ciclo è interamente conservato.
“Il Palazzo Reale di Napoli, alla vigilia Conferenza dei Ministri della Cultura del Mediterraneo, – scrive il ministro della Cultura Dario Franceschini, nella sua introduzione del catalogo – conferma con una mostra importante quanto sia corretta l’intuizione di volere in questa città un evento internazionale di un simile tenore, che risponde in pieno alla vocazione di una delle più antiche colonie della Magna Grecia”.
Alfonso Dastis Quecedo, ambasciatore di Spagna in Italia mette in evidenza che: “In questo momento storico, in cui ci lasciamo alle spalle più di due anni di difficoltà e ci confrontiamo con un’epoca di incertezza, mi sembra particolarmente opportuno guardare all’esempio di Don Chisciotte (…) Una grande lezione di forza d’animo di fronte alle avversità e di fiducia in un futuro migliore, che dilata la figura del ingenioso hidalgo e la proietta fino ai nostri giorni, carica di idealismo e di immaginazione”.
“Questa mostra esalta lo storico legame tra Napoli e la Spagna: il ciclo di Don Chisciotte è un omaggio, fortemente voluto da Carlo di Borbone, a un monumento della letteratura iberica, oggi universalmente riconosciuto come uno dei massimi capolavori della letteratura mondiale – afferma Mario Epifani, direttore del Palazzo Reale di Napoli – Ma anche un’occasione per ricomporre fisicamente una storia che collega il Palazzo Reale al Quirinale attraverso oltre due secoli”.
Miguel de Cervantes è autore del primo romanzo moderno, così come Dante Alighieri – protagonista della prima mostra organizzata nei nuovi spazi espositivi della Galleria del Genovese, Dante a Palazzo Reale – è ritenuto, grazie al suo poema, il padre della lingua Italiana. Le due mostre rappresentano un tributo, attraverso l’arte figurativa, a due capisaldi della letteratura mondiale.
L’esposizione, realizzata in collaborazione con la Biblioteca Nazionale di Napoli, il Consolato Generale di Spagna e l’Instituto Cervantes, beneficia di prestiti, oltre che dalla Biblioteca, dal Segretariato Generale per la Presidenza della Repubblica, dal Museo e Real Bosco di Capodimonte e dal Conservatorio di San Pietro a Majella,
L’allestimento è curato dall’architetto Lucia Anna Iovieno.
Il progetto è cofinanziato dalla Regione Campania, nell’ambito del POC Campania 2014-2020.