di Marco Martone
Vince ancora il Napoli e lo fa al termine di una partita giocata male a tratti, benissimo in alcuni momenti ma sempre con una voglia matta di fare risultato, ad ogni costo. A Ferrara non è stata una passeggiata, Sarri lo sapeva e solo qualche “pifferaio magico” aveva profetizzato facili successi e goleade in stile Benevento. La trasferta presentava alcune insidie, che solo chi è in cattiva fede si ostinava a non vedere. Prima di tutto la voglia della Spal, reduce da tre sconfitte consecutive, di fare risultato contro la più blasonata avversaria. Poi il pericolo di un certo appagamento da parte del Napoli, che invece veniva da una serie di vittorie da record in campionato e che doveva fare i conti con un calendario fitto di impegni, a cominciare dalla sfida Champions contro il Feyenoord ormai alle porte. Poi un pizzico di stanchezza, soprattutto in alcuni elementi, vedi Mertens, costretti agli straordinari in questa fase della stagione.
Tutto questo si è tradotto in una gara di grande sofferenza, soprattutto nel primo tempo, per gli uomini di Sarri, meno lucidi del solito soprattutto nel costruire gioco e costretti a subire, in più di un’occasione, il pressing serrato della squadra di Semplici. Alla fine però è arrivata la sesta vittoria consecutiva (record per il Napoli) e altri 3 gol, per un attacco veramente stallare.
Per la trasferta di Ferrara Sarri decide di ricorrere a un mini turn over, mandando in campo per la prima volta in stagione Maksimovic, al posto di Albiol. A centrocampo spazio a Diawara e Zielinski e turno di riposo ad Allan, che poi entrerà nella ripresa, migliorando e non di poco la manovra della squadra. In attacco i soliti tre, con un Mertens chiaramente sotto tono (ma si può perdonare al belga un passaggio a vuoto) e con Insigne e Callejon sicuramente meno ispirati rispetto al recente passato.
Eppure è proprio lo scugnizzo di Frattamaggiore a rimediare, con un gran sinistro, allo svarione difensivo che aveva consentito, un minuto prima, al napoletano Schiattarella di battere Reina con un diagonale dalla distanza. Un primo tempo con tanti errori e tanta approssimazione da parte degli azzurri, incapaci di creare altri grattacapi a Gomis. Nella ripresa la musica non cambia, almeno fino all’intuizione di Ghoulam, migliore in campo, che pennella sulla testa di Callejon un pallone che lo spagnolo deve solo appoggiare in porta.
Tutto secondo copione, col Napoli che capovolge la situazione e che va vicino almeno due volte al 3-1. Con Milik (entrato al posto di Zielinski) prima e con Mertens poi. E invece accade l’imprevedibile, con il pareggio della Spal grazie a una punizione calciata da Viviani che Reina lascia maldestramente passare a pochi centimetri dal suo guantone sinistro. Un errore, l’ennesimo, del portiere azzurro, che avrebbe ammazzato un toro e che invece non ha mortificato la voglia di vincere del Napoli, capace di andare ancora in gol con lo scatenato Ghoulam e di sfiorare la quarta rete con Milik. Il finale di gara è stato gestito dal Napoli in assoluta tranquillità, nonostante l’infortunio per il polacco, uscito malconcio per una brutta torsione del ginocchio. Auguri a Milik, perché un altro stop sarebbe una jattura, per lui e per il Napoli.