di Marco Martone
Belotti, Immobile, Verratti e Insigne e ancora Spinazzola, Bernardeschi e Darmian. Passando per i soliti noti, Buffon, Bonucci, Barzagli e De Rossi. Ne abbiamo dimenticato qualcuno ma il senso del discorso non cambia. L’Italia “pallonara” rimedia una figuraccia inenarrabile nel tempio del calcio spagnolo, laddove nel 1982 avevano trionfato Bearzot e i suoi ragazzi, portando a casa la Coppa del Mondo e diventando piccola piccola nel confronto con un’altra realtà europee, dove stipendi e valutazione dei giocatori sono ugualmente alti ma almeno lo è anche il valore dei campioni e il gioco espresso in campo.
Il 3-0 rimediato contro le furie rosse mette ko Giampiero Ventura, incapace di schierare una formazione che fosse almeno in grado di contenere i danni e rimanda la Nazionale ad un pericolosissimo play off, necessario adesso per poter partecipare alla prossima edizione dei Mondiali.
La sconfitta dimostra, però, in maniera chiara quanto sia sopravvalutato il nostro calcio (non a caso lontano da trionfi europei da moltissimi anni) e quanto sia drogato un mercato che attribuisce ai nostri giocatori (vedi Belotti), valutazioni spropositate e per nulla attinenti alla realtà dei fatti.
La partita del Santiago Bernabeu è stata un monologo iberico. La Spagna ha vinto divertendosi e permettendosi il lusso di mandare in campo, a pochi minuti dalla fine, anche il vecchio Villa, redivivo in Nazionale, per una passerella finale in una gara che ormai non aveva più storia alcuna.
Troppo forte la formazione in maglia rossa, trascinata da Isco, giocatore (quello si) di livello assoluto, autore di due gol e di alcune giocate che hanno lasciato a bocca aperta i tifosi e avversari. Il terzo gol, di Morata, è stata solo la ciliegina sulla torta.
Ventura si lecca le ferite e deve fare i conti con alcuni errori gravissimi commessi dai suoi e con i tanti che ha commesso lui stesso. Nell’ordine ci permettiamo di segnalare un Buffon non irreprensibile sui primi due gol, Verratti falloso fin dai primissimi minuti e giustamente ammonito, De Rossi lento e impreciso, Insigne completamente fuori dal gioco e schiavo di una giocata (il tiro a giro) che anche nel Napoli ne limita le potenzialità, Spinazzola (a riposo nell’Atalanta e lanciato titolare a Madrid) emotivamente bloccato e senza spunti di rilievo. Il tutto condito dalla scarsa vena delle punte e dalla poca compattezza del reparto difensivo, sbriciolato dalle avanzate spagnole e dal tiki taka del centrocampo avversario.
Una brutta botta per il tecnico che ha voluto (sbagliando) giocarsi la partita a viso aperto, sperando in un successo che avrebbe consentito alla Nazionale di puntare al primo posto del girone, ora saldamente nelle mani della Spagna.
Adesso si va ai play off e sarà tutta da giocare, tenendo d’occhio l’Albania, che avanza in classifica nel girone.
Sabato torna il campionato e i celebrati campioni italiani torneranno a fare faville…