La settima arte infiamma Melito. Il Cinema Teatro Barone, gremito per l’occasione, ha ospitato l’anteprima nazionale del film “Nel Nome Del Padre”.
Diego interpretato da Giovanni Ferraro è un ragazzino reclutato dalla camorra che fa carriera all’interno del clan e poi si pente scegliendo per sé una strada diversa non senza colpi di scena. Immagini forti, che rompono gli schemi, quelle dell’opera prima del giovane regista partenopeo Gabri Gargiulo co- prodotto con Vincenzo Ferraro e patrocinato dal Comune di Napoli e da quelli dell’hinterland tra Giuliano, Melito, Villaricca, Marano, Somma Vesuviana e poi dal Comune di Monte di Procida oltre che dalla Curia di Napoli. Immagini di realtà quotidiane restituite dal grande schermo. Scene girate tra l’hinterland, il centro di Napoli, il litorale domitio e Monte di Procida. Una storia, la cui sceneggiatura è stata affidata a Barbara Romano, che vuole squarciare silenzi assordanti e mostrare un’alternativa di vita, lì dove si immagina possa crescere solo erba cattiva e con un destino già segnato di violenza e degrado in cui la criminalità organizzata, alle prese con una frammentazione totale e devastante recluta manovalanza sempre più giovane tra le sue fila per fare affari d’oro sulla pelle dei cittadini onesti e sui territori vessati, sfruttando quella sorta di “mitologia camorristica” e del soldo facile che fa presa sui più giovani, lì dove lo Stato appare latitante. Gran Galà e red Carpet al cinema teatro Barone di Melito con istituzioni locali, personaggi illustri dello spettacolo, oltre che cast artistico e tecnico del film.
Tra gli interpreti del lungometraggio Giovanni Ferraro, 29enne melitese che interpreta il ruolo del protagonista, Pasquale Trombetta, nel ruolo del co-protagonista, Walter Lippa, che interpretò il ruolo di “Carlucciello” in “Gomorra La Serie”, il bacolese Salvatore Illiano, con la sua compagna Rosy Izzo, il cantante neomelodico Mimmo Dany, nel ruolo di sè stesso, il giornalista Gianluca Russo, eccezionalmente in un ruolo cinematografico e già comparsa nel film “Ci devo pensare”, oltre che attore teatrale, Francesco Albanese, ed i giuglianesi Mario Maisto e Rossana Palma. Presenti anche Alfredo Lopes, Tina Bianco, Matteo Pandolfi, Paolo Brazza, Ottavio Arnone, Alessio Castaldo e Lino Di Benedictis.
Per il regista la parola d’ordine è: voglia di riscatto. “In questo film- ha dichiarato Gabri Gargiulo – abbiamo parlato sì di camorra, di malavita, come hanno fatto altre produzioni ma abbiamo soprattutto dato spazio a chi aiuta e offre ai giovani un’alternativa di vita, una speranza”. Giuseppe Trinchillo, imprenditore attivo nell’area nord di Napoli, interpreta infatti sè stesso, nel ruolo di un imprenditore che aiuterà Diego, il protagonista, nel tentativo di uscire dal mondo della criminalità organizzata, attraverso un cammino di redenzione che Diego intraprenderà già in carcere. “Ringrazio – prosegue Gargiulo – chi ha reso possibile tutto questo, abbiamo avuto pochi mezzi che abbiamo cercato di sfruttare nel miglior modo possibile e dopo tanto sacrificio e con la nostra passione abbiamo messo in piedi tutto ciò”.
Suggestioni, emozioni, passione, dedizione e forte clima di squadra hanno guidato il team del film verso il raggiungimento di un traguardo di qualità. Un’ opera che non ha nulla di retorico o sovraesposto, ma che calibra sapientemente ritmo, sentimenti, riflessione, azione e tensione narrativa in un climax perfettamente riuscito attraverso un montaggio ben studiato e curato in ogni aspetto tanto da apparire armonico e scorrevole.
Dopo il red carpet all’esterno del cineteatro Barone ha avuto luogo la presentazione in sala, a cura della giornalista Valentina Soria, e infine la proiezione del film, a cui è seguito un breve ringraziamento rivolto a quanti hanno sostenuto il progetto