di Marco Martone
Un gran gol di Hamsik, una clamorosa indecisione del reparto difensivo, l’errore di Reina e il consueto numero di palle gol sciupate per questione di precisione. Il refrain del Napoli di questo periodo è questo e sembra ci sia ben poco da fare. Anche con la Lazio la squadra di Sarri ha giocato una gara tutto sommato accettabile, non eccezionale ma su ritmi alti e con la giusta concentrazione. E anche questa volta la mole di gioco degli azzurri ha prodotto più di un’occasione per andare a rete. La mancanza di una punta vera, la scarsa vena realizzativa di Insigne e la poca precisione, questa volta di Mertens, hanno condizionato il risultato finale sul quale pesa, come un macigno, la mancata parata di Reina sul tiro non irresistibile di Keita. La rete dei biancocelesti, sulla quale influisce anche la lentezza in chiusura di Ghoulam prima e Chiriches dopo, è giunta una manciata di secondi dopo il vantaggio del Napoli, realizzato dal capitano con un sinistro preciso sul quale Marchetti, il migliore dei suoi, non ha potuto fare nulla.
Sarri ha deciso di giocarsi la partita senza utilizzare l’unico attaccante centrale, almeno sulla carta, a sua disposizione, Manolo Gabbiadini, relegato in panchina e mandato in campo soltanto nei minuti finali della gara. Una scelta francamente difficile da condividere, soprattutto in considerazione del fatto che, dopo l’infortunio di Milik, la società, in accordo con il tecnico, avevano deciso di non puntare sull’acquisto di uno svincolato. L’utilizzo a intermittenza dell’ex doriano, fa ritenere che, invece, nell’attesa del mercato di gennaio, non vicinissimo ancora, si sarebbe potuto e dovuto andare a cercare tra i giocatori senza contratto una pedina che potesse dare al reparto il peso necessario per sbloccare determinate partite.
Un pareggio che allontana maggiormente il Napoli dalla Juventus e che rischia, in casi di successo dell’Atalanta, di relegare la formazione di Sarri al sesto posto in classifica. Un periodaccio, insomma, considerando le recenti sconfitte con Roma e Juve e il doppio confronto col Besiktas in coppa, che ha vanificato la partenza sprint degli azzurri in Champions. La sosta di campionato, in tal senso arriva propizia per ricaricare le pile e per convincere, magari, Sarri, che non è un reato prendere in considerazione anche altri giocatori, Rog, Tonelli e Giaccherini per esempio, acquistati, in fin dei conti, per dare un contributo alla causa e non per scaldare la panchina.