di Mariateresa Di Pastena
Si esprime soprattutto attraverso la pittura, Claudio Rinaldi, un bel ragazzo di vent’anni, autistico, di cui sono già stati esposti varie volte i suggestivi dipinti, nella mostra dal titolo “Ehi, tutto bene?” (curata da Manuela Torre). Ogni volta, i suoi quadri hanno riscosso tantissima ammirazione da parte del pubblico e, soprattutto, hanno reso ancora più orgogliosa sua madre, Cristina Gargiulo.
In questi giorni, Claudio sta realizzando tantissimi piccoli quadri, che saranno poi venduti (info: 329.7792039 o 333.9500881), e il cui ricavato andrà all’associazione “La città adatt…abile – Napoli per l’autismo”, presieduta proprio da Cristina.
Una bellissima iniziativa, in un periodo, quello natalizio, che per antonomasia rappresenta il tappeto ideale su cui stendere il valore dell’accoglienza e quello della solidarietà. Un modo per conoscere, attraverso i quadri in miniatura di Claudio, trasformati in piccoli ma preziosi doni, le potenzialità di questi ragazzi. Un modo per esaltare le loro capacità, per valorizzarle. Perché, come ribadisce Cristina (che oltre ad essere la mamma di Claudio è una bravissima insegnante), “bisogna dare ai ragazzi autistici, e a tutti i ragazzi che hanno delle difficoltà, spazio e voce, affinché, dopo la scuola, possano trovare una loro dimensione e continuare ad esprimere le loro emozioni, trovando una collocazione fisica ed emotiva in questo mondo che, purtroppo, spesso tende ancora ad escluderli. Ognuno di loro, infatti, come tutti noi, ha un talento nascosto che aspetta di essere scoperto e poi di essere coltivato in un luogo dedicato, e di essere condiviso con gli altri. Ognuno di loro ha una passione che li aiuta ad esprimersi. Quella di Claudio, ad esempio, è la pittura”.
E così Cristina si prodiga per cercare di creare dei laboratori, ma non è facile trovare i luoghi, le strutture… E la sua è una vera e propria battaglia (insieme alle altre mamme dell’associazione), che combatte con tutte le sue forze. Una battaglia per i diritti, per le ‘pari opportunità’, dei ragazzi autistici e non, che spettano a Claudio e a tutti quei ragazzi che vivono una condizione, quale l’autismo, ancora così circondata da pregiudizi, ignoranza e, purtroppo, da tanta indifferenza. Perché, Claudio, non solo ama dipingere, ma attraverso i suoi colori e i suoi quadri parla e comunica, ed ha il sacrosanto diritto di esprimersi!
E non bastano i tanti, bellissimi progetti cui danno vita questa e le altre associazioni, non basta la scuola (che li accoglie, sì, ma fino ad una certa età)… Non bastano la famiglia, i medici, le terapie, gli amici i volontari… Sono tutti fondamentali, certo, ma un ruolo importante spetta anche alla società, ultimo gradino, spesso irraggiungibile, di una scala lunghissima, e già di per sé faticosa, su cui i ragazzi autistici (e tutte le persone diversamente abili) devono salire con tante difficoltà, quasi sempre accompagnati e guidati.
Lo sguardo verso l’alto, però è un diritto di tutti, anche loro. Certo, salgono più lentamente, ma questo non deve rappresentare un limite. Anzi, il concetto di ‘lentezza’ è uno dei più cari a Cristina: “dovremmo riscoprirlo un po’ tutti” afferma. “In questo mondo che corre, rincorre, sorpassa, Claudio ha i suoi tempi, i suoi ritmi: lenti, calmi, pazienti, che io ho sempre ammirato. Ma la maggior parte delle persone non ha il tempo né la voglia di fermarsi ad aspettarlo. Eppure, ripeto, io amo questo suo aspetto che lo contraddistingue. Trovo che sia una qualità rara e meravigliosa, anche se in questo caso un po’ esasperata”.
Già, è proprio così. E sono proprio l’attesa, la pazienza e la dolcezza dello sguardo di Claudio, a regalare a questi suoi piccoli capolavori un valore enorme, sul quale, tutti noi, dovremmo fermarci a riflettere.